Un recente studio condotto dalla University of Pittsburgh School of Medicine ha evidenziato come un’elevata assunzione di proteine possa incrementare il rischio di aterosclerosi, una patologia caratterizzata dalla formazione di placche arteriose. I ricercatori hanno scoperto che il consumo di proteine oltre il 22% delle calorie giornaliere può attivare le cellule immunitarie coinvolte nella formazione di queste placche, con l’aminoacido leucina che svolge un ruolo critico in questo processo.
Le scoperte della ricerca
La ricerca, pubblicata il 19 febbraio su Nature Metabolism, ha combinato piccoli studi sull’uomo con esperimenti su topi e cellule in coltura per dimostrare che un’eccessiva assunzione di proteine può portare ad un’attivazione maggiore delle cellule immunitarie che contribuiscono alla formazione delle placche aterosclerotiche, aumentando il rischio di malattia. Inoltre, gli scienziati hanno dimostrato che la leucina, un aminoacido particolarmente presente in alimenti di origine animale come carne, uova e latte, ha un ruolo sproporzionato nel guidare i percorsi patologici legati all’aterosclerosi.
Le implicazioni per la salute umana
Seguendo la ricerca del 2020, in cui il laboratorio di Razani aveva già mostrato che un eccesso di proteine nella dieta aumenta il rischio di aterosclerosi nei topi, il nuovo studio ha approfondito il potenziale meccanismo e la sua rilevanza per il corpo umano. Combinando l’esperienza in biologia cellulare e metabolismo, i ricercatori hanno eseguito una serie di esperimenti che hanno mostrato come un consumo eccessivo di proteine possa influenzare negativamente i macrofagi, cellule immunitarie responsabili della rimozione dei detriti cellulari, portando all’accumulo di queste cellule nelle pareti dei vasi e al peggioramento delle placche aterosclerotiche nel tempo.
La ricerca di un equilibrio
Nonostante i risultati ottenuti, rimangono ancora molte domande senza risposta, in particolare riguardo a cosa accade quando una persona consuma tra il 15% e il 22% delle calorie giornaliere da proteine e se esiste un “punto ottimale” per massimizzare i benefici delle proteine, come l’aumento della massa muscolare, evitando di innescare una cascata molecolare di eventi dannosi che portano a malattie cardiovascolari.
Le raccomandazioni per i pazienti ospedalieri
I risultati sono particolarmente rilevanti in ambito ospedaliero, dove i nutrizionisti spesso raccomandano cibi ricchi di proteine ai pazienti più gravi per preservare la massa muscolare e la forza. Tuttavia, Razani sottolinea l’importanza di considerare la dieta nel suo complesso e suggerire pasti equilibrati che non esacerbino involontariamente le condizioni cardiovascolari, specialmente nelle persone a rischio di malattie cardiache e disturbi vascolari.
In conclusione, lo studio suggerisce che le differenze nei livelli di leucina tra diete arricchite di proteine vegetali e animali potrebbero spiegare le differenze nel loro effetto sulla salute cardiovascolare e metabolica. “La possibilità che questo tipo di ricerca meccanicistica possa informare le future linee guida dietetiche è piuttosto entusiasmante”, ha affermato Razani.