La penisola di Reykjanes, situata nella parte sud-occidentale dell’Islanda, è stata recentemente teatro di una serie di eruzioni vulcaniche che hanno causato notevoli danni. Il 16 gennaio 2024, il sensore termico infrarosso TIRS-2 a bordo del satellite Landsat 9 ha catturato dati cruciali per comprendere l’impatto di questi eventi.
La distruzione a Grindavík
Una delle conseguenze più gravi di questa attività vulcanica è stata la distruzione di abitazioni nella città di Grindavík. Nonostante i tentativi di deviare il flusso di lava proveniente da una delle fessure, alcune case sono state inghiottite dal magma, lasciando dietro di sé solo rovine.
L’eruzione di gennaio 2024
L’eruzione che ha avuto luogo a metà gennaio 2024 è stata particolarmente intensa, con la formazione di nuove fessure che hanno rilasciato lava nelle vicinanze di Grindavík. Questo evento è avvenuto a meno di un mese di distanza da un’altra eruzione avvenuta più a nord-est e rappresenta la quinta eruzione sulla penisola dal 2021.
La mappa sopra riportata mostra la localizzazione e l’estensione dell’attività vulcanica recente. I dati sono stati acquisiti dal TIRS-2 e sovrapposti su un modello digitale di elevazione dell’area. Il TIRS-2 rileva la radiazione termica in due lunghezze d’onda, evidenziando la quantità di calore emessa dalle superfici terrestri. Le colate di lava dell’eruzione di gennaio 2024 appaiono le più calde (in giallo), mentre le colate ancora calde di dicembre 2023 e la piscina geotermica della Laguna Blu si distinguono dal terreno circostante più fresco. Le nuvole sparse (in azzurro chiaro) indicano le aree con le temperature più basse.
Cronologia e risposta all’eruzione
L’eruzione è iniziata alle 7:57 del mattino del 14 gennaio 2024, a circa 1 chilometro di distanza da Grindavík, dopo diverse ore di intensa attività sismica. Alcune colate di lava si sono dirette verso la città, mentre altre sono state deviate verso ovest grazie a barriere di terra e roccia costruite a partire da novembre 2023, quando il rischio di pericolo imminente è diventato evidente.
Alle 12:20 del pomeriggio, una seconda fessura più piccola si è aperta al di fuori della barriera, ai margini della città, e ha riversato lava che ha incendiato tre case. Le riprese effettuate da droni quel giorno hanno mostrato entrambe le colate, che si sono rivelate relativamente brevi. La mattina del 16 gennaio, l’Ufficio Meteorologico Islandese ha riferito che l’attività non era più visibile e che la sismicità era diminuita.
Contesto storico e pericoli futuri
Fermare la roccia calda e viscosa è un’impresa difficile e gli sforzi passati hanno avuto risultati alterni. Famosamente, 51 anni fa sull’isola di Heimaey in Islanda, i lavoratori hanno spruzzato milioni di tonnellate di acqua di mare sul bordo di una colata di lava per raffreddarla e rallentarla, impedendo che distruggesse un porto. Gli sforzi più recenti hanno adottato l’approccio delle barriere, come a Grindavík, con l’obiettivo di deviare la lava su un percorso meno distruttivo.
Sulla penisola di Reykjanes potrebbero seguire ulteriori battaglie con la lava, poiché i pericoli rimangono elevati. Le simulazioni hanno mostrato che il magma si è spostato sotto Grindavík e ha deformato il suolo fino a 1,4 metri. Gli esperti hanno comunicato alle fonti di notizie che le esplosioni di attività potrebbero continuare secondo un modello ciclico.