La missione lunare Peregrine, condotta dalla compagnia privata americana Astrobotic, con sede a Pittsburgh in Pennsylvania, ha catturato l’attenzione degli appassionati di esplorazione spaziale. Dopo cinquant’anni dall’ultima missione Apollo, Peregrine avrebbe dovuto segnare il ritorno degli Stati Uniti sulla Luna, seppur con una sonda automatica priva di equipaggio umano.
Le motivazioni dietro questa impresa spaziale non sono solo di natura scientifica, ma anche politiche, in quanto la capacità di raggiungere e atterrare su un corpo celeste conferisce prestigio e leadership strategica. Finora, solo quattro nazioni sono riuscite a posarsi sulla Luna: Unione Sovietica, Stati Uniti, Cina e India, con il Giappone che potrebbe presto unirsi a questo esclusivo club con la missione Slim.
Per quanto riguarda le compagnie private, nessuna è ancora riuscita a completare con successo un allunaggio morbido. La missione Peregrine, insieme a quelle israeliane e giapponesi, ha affrontato difficoltà tecniche che hanno impedito il raggiungimento dell’obiettivo.
Peregrine è stata lanciata da Cape Canaveral l’8 gennaio, con un razzo Vulcan-Atlas della United Launch Alliance. Dopo il lancio, il secondo stadio del razzo ha permesso all’astronave di entrare nella sfera di Hill lunare. Tuttavia, un problema al sistema propulsivo ha impedito l’orientamento corretto dei pannelli fotovoltaici verso il Sole, compromettendo l’alimentazione dei sistemi di bordo.
La situazione è stata parzialmente recuperata da Astrobotic e, in accordo con la NASA, è stato deciso di far rientrare la sonda sulla Terra, dove si disintegrerà in atmosfera sopra l’Oceano Pacifico.
Prima dei problemi tecnici, l’astronave Peregrine è stata osservata dal team Inaf Oas di Sst da Loiano con lo strumento Tandem, dedicato alle attività di sorveglianza spaziale. L’immagine catturata mostra la sonda in movimento verso la Luna, poco prima che i problemi tecnici ne compromettessero la missione.
La disintegrazione in atmosfera della Peregrine è prevista per il 18 gennaio, con la sonda che brucerà nel cielo sopra l’Oceano Pacifico. Le osservazioni astrometriche delle ultime ore permettono di stimare il luogo di impatto con l’atmosfera, anche se eventuali cambiamenti di rotta dell’ultimo momento potrebbero modificare le previsioni.
La Peregrine, una sonda di circa due metri e del peso di una tonnellata, con un carico utile di circa 100 kg, terminerà la sua missione come una luminosa meteora nel cielo australiano o nell’Oceano Pacifico. A bordo della sonda si trovano anche campioni di ceneri di personalità famose come il creatore di Star Trek Gene Roddenberry e lo scrittore di fantascienza Arthur C. Clarke, che non riposeranno sulla Luna, ma faranno ritorno sulla Terra per disperdersi nella nostra atmosfera.
Nonostante il fallimento dell’allunaggio, la missione Peregrine rimane un importante passo avanti nell’esplorazione spaziale privata. Gli appassionati possono seguire gli aggiornamenti sulla missione attraverso i comunicati stampa emessi quotidianamente da Astrobotic.
In conclusione, la missione Peregrine rappresenta un esempio di come l’esplorazione spaziale sia ancora una sfida ricca di incognite, ma anche di come la determinazione e l’innovazione possano aprire nuove frontiere per l’umanità.