L’osservazione dell’universo è una pratica che affascina l’umanità da secoli. Con il passare del tempo, la tecnologia ha permesso di esplorare l’infinito spazio cosmico in modi sempre più avanzati e dettagliati. La missione Einstein Probe, lanciata il 9 gennaio 2024, rappresenta un ulteriore passo avanti in questa direzione, offrendo una nuova prospettiva sull’universo ai raggi X.
Il lancio e l’orbita della sonda
La sonda Einstein Probe è stata lanciata dal centro spaziale di Xichang, situato nella provincia cinese di Sichuan. Il lancio è avvenuto alle 08:03 del mattino, ora italiana, corrispondenti alle 15:03 ora locale. Dopo il decollo, la sonda ha raggiunto un’orbita a circa 600 km di altitudine, compiendo una rivoluzione intorno alla Terra ogni 96 minuti, con un’inclinazione orbitale di 29 gradi. Questa configurazione permette al telescopio di monitorare quasi l’intero cielo notturno in sole tre orbite.
Il telescopio e i suoi strumenti
Einstein Probe è dotato di due strumenti principali: il Wide-field X-ray telescope (Wxt) e il Follow-up X-ray telescope (Fxt). Il Wxt ha il compito di monitorare il cielo alla ricerca di nuovi eventi e sorgenti di raggi X, mentre il Fxt si occupa di analizzare con maggiore dettaglio gli oggetti celesti segnalati dal primo strumento. Il design ottico modulare del Wxt, ispirato all’occhio di aragosta, consente di osservare 3600 gradi quadrati in un solo puntamento, permettendo di scandagliare l’intero cielo notturno in poco più di quattro ore e mezzo.
La missione Einstein Probe è frutto di una collaborazione internazionale tra l’accademia cinese delle scienze (Cas), l’Esa e il Max Planck Institute für Extraterrestrische Physik (Mpe) di Monaco di Baviera. Questa sinergia ha permesso di sviluppare tecnologie all’avanguardia e di condividere le competenze necessarie per il successo della missione.
La fase di test e calibrazione
Nei primi sei mesi, il team di Einstein Probe sarà impegnato nei test e nella calibrazione degli strumenti. Questa fase è cruciale per assicurare il corretto funzionamento della sonda e la precisione delle osservazioni. L’Esa ha contribuito attivamente a questa fase, partecipando ai test e alla calibrazione dei telescopi e sviluppando il gruppo di specchi di uno dei due telescopi di Fxt.
La fase scientifica e il contributo dell’Esa
Dopo la fase di preparazione, inizierà la fase scientifica, durante la quale la sonda osserverà l’intero cielo a raggi X per almeno tre anni. L’Esa, come partner del progetto, avrà accesso al 10% dei dati generati dalle osservazioni di Einstein Probe. Inoltre, le stazioni di terra dell’Esa saranno utilizzate per scaricare i dati dal veicolo spaziale, garantendo un flusso costante di informazioni.
In conclusione, la missione Einstein Probe rappresenta un’opportunità unica per esplorare l’universo ai raggi X e per comprendere meglio i fenomeni più energetici che si verificano nello spazio. Grazie alla collaborazione internazionale e all’impiego di tecnologie innovative, questa missione promette di aprire nuove frontiere nella ricerca astronomica e di arricchire la nostra conoscenza dell’universo.