Gli Stati Uniti hanno recentemente annunciato un’espansione significativa del proprio territorio, aggiungendo alla loro superficie un’area di 1 milione di chilometri quadrati, quasi il doppio della superficie della Spagna. Questo aumento non è dovuto a forze geologiche strane o all’invasione di terre straniere, ma piuttosto al tentativo degli Stati Uniti di rivendicare il territorio del fondale oceanico circostante.
Le piattaforme continentali e il diritto internazionale
Le piattaforme continentali sono aree di fondale marino che circondano grandi masse terrestri dove il mare è relativamente poco profondo rispetto all’oceano aperto. In base al diritto internazionale, i paesi possono rivendicare queste piattaforme continentali, permettendo loro di gestire e sfruttare le risorse presenti.
Fino ad ora, gli Stati Uniti non avevano definito i limiti della loro Piattaforma Continentale Estesa (ECS), che si riferisce alla porzione di piattaforma continentale oltre le 200 miglia nautiche (circa 370 chilometri) dalla costa. Tuttavia, il 19 dicembre 2023, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha annunciato nuove coordinate geografiche che definiscono l’area che rivendicano come ECS.
La collaborazione tra agenzie per definire l’ECS
Dal 2003, le autorità statunitensi hanno collaborato con la NOAA, l’US Geological Survey e altre 12 agenzie per raccogliere dati geologici al fine di definire i limiti esterni della loro ECS. Grazie a questo lavoro, gli Stati Uniti ora rivendicano l’ECS in sette aree offshore: l’Artico, l’Atlantico (costa est), il Mare di Bering, il Pacifico (costa ovest), le Isole Marianne e due aree nel Golfo del Messico. In totale, queste aree coprono un’area di 1 milione di chilometri quadrati.
Le questioni legali e la controversia internazionale
La legalità di questa espansione territoriale è alquanto incerta. Per rendere ufficiale la definizione, gli Stati Uniti devono presentare dati e rapporti alla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (UNCLOS). Tuttavia, gli Stati Uniti non hanno ratificato l’UNCLOS a causa di complesse divergenze politiche. Questo lascia alcune incertezze su come la proposta sarà accettata secondo il diritto internazionale.
I vantaggi per gli Stati Uniti e le potenziali controversie
Nonostante le potenziali controversie, gli Stati Uniti hanno molto da guadagnare dalla loro recente dichiarazione. L’espansione del territorio del fondale oceanico nell’Oceano Artico potrebbe aprire l’area a ulteriori attività di estrazione mineraria, spedizioni e pesca, nonostante i potenziali danni che potrebbero derivarne.
Inoltre, l’espansione ha implicazioni per la sicurezza nazionale e l’esercizio del potere degli Stati Uniti nel mondo. Come scrisse Sir Walter Raleigh nel 1829: “Chi comanda il mare, comanda il commercio; chi comanda il commercio del mondo, comanda le ricchezze del mondo e, di conseguenza, il mondo stesso”.
In conclusione, la recente espansione territoriale degli Stati Uniti rappresenta un importante cambiamento geopolitico che potrebbe avere ripercussioni significative a livello internazionale. Sarà interessante vedere come questa situazione si evolverà e quali saranno le reazioni della comunità internazionale.