La corsa verso la fusione nucleare: il Sole artificiale della Corea del Sud
La ricerca scientifica è in continua evoluzione e, in particolare, il campo dell’energia nucleare sta vivendo una fase di grande fermento. Uno degli obiettivi più ambiziosi è quello di realizzare la fusione nucleare sostenuta, un processo che potrebbe fornire energia praticamente illimitata. In questo contesto, il Korea Superconducting Tokamak Advanced Research (KSTAR), noto anche come il “Sole artificiale” della Corea del Sud, rappresenta una delle punte di diamante della ricerca in questo settore.
Il KSTAR e la sfida della fusione nucleare
Il KSTAR è un dispositivo sperimentale situato a Daejeon, in Corea del Sud, il cui compito è quello di ricreare le condizioni estreme di temperatura necessarie per la fusione nucleare, un processo che avviene naturalmente all’interno del Sole e delle altre stelle. Per raggiungere queste temperature, il KSTAR utilizza un tokamak, un reattore a forma di ciambella in grado di controllare il plasma, un gas carico e caldo composto da ioni positivi ed elettroni liberi.
Record e aggiornamenti tecnologici
Nel 2018, il Sole artificiale ha raggiunto per la prima volta i 100 milioni di gradi Celsius, mantenendo questa temperatura per 1,5 secondi. Negli anni successivi, il tempo di mantenimento è stato esteso a 8 secondi nel 2019 e a 20 secondi nel 2020. Il record più recente, ottenuto nel 2022, ha visto il KSTAR sostenere i 100 milioni di gradi Celsius per 30 secondi.
Recentemente, il dispositivo è stato dotato di nuovi aggiornamenti che potrebbero consentirgli di mantenere questa temperatura strabiliante per periodi ancora più lunghi. In particolare, è stato sostituito il divertore in carbonio con uno in tungsteno, materiale noto per il suo alto punto di fusione e altre qualità desiderabili.
Il futuro della fusione nucleare e il contributo del KSTAR
La fusione nucleare: un processo energetico rivoluzionario
La fusione nucleare si verifica quando due nuclei atomici leggeri si combinano per formare un nucleo più pesante, rilasciando una quantità colossale di energia. Questa energia potrebbe teoricamente essere catturata per produrre quantità quasi illimitate di elettricità. È il processo che avviene al cuore del più grande dispositivo di fusione del nostro sistema solare: il Sole. Tuttavia, a differenza del centro delle stelle, il plasma sulla Terra necessita di temperature estremamente elevate per raggiungere la fusione nucleare, poiché non è compresso dalla gravità.
La ricerca internazionale e il ruolo del KSTAR
Creare le condizioni per la fusione nucleare sostenuta non è un’impresa facile, ma gli scienziati di tutto il mondo sono ansiosi di padroneggiare questo processo. In Francia, ad esempio, è in corso l’assemblaggio dell’International Thermonuclear Experimental Reactor (ITER), il più grande esperimento di fusione al mondo. Gli ultimi aggiornamenti del KSTAR contribuiranno a incrementare la nostra conoscenza sulla fusione nucleare e saranno eventualmente utilizzati negli esperimenti ITER.
Il presidente dell’Istituto Coreano di Energia da Fusione, il Dr. Suk Jae Yoo, ha dichiarato: “Nel KSTAR, abbiamo implementato un divertore con materiale in tungsteno, scelta che è stata fatta anche nell’ITER. Ci impegneremo al massimo per ottenere i dati necessari per l’ITER attraverso gli esperimenti del KSTAR”.
In conclusione, il KSTAR e i suoi recenti progressi rappresentano un passo significativo verso la realizzazione della fusione nucleare sostenuta, un traguardo che potrebbe rivoluzionare il modo in cui produciamo energia, rendendola più pulita, sicura e abbondante per le generazioni future.