La mitologia antica descriveva i Centauri come creature ibride, metà umane e metà animali. In astronomia, invece, i Centauri sono corpi celesti che condividono caratteristiche sia con gli asteroidi che con le comete. Questi oggetti, di dimensioni ridotte e composizione ghiacciata, provengono dalla fascia di Kuiper, situata oltre l’orbita di Nettuno. Qui, nel freddo estremo del Sistema solare, i Centauri rimangono in uno stato di “congelamento”, incapaci di mostrare alcuna attività. Tuttavia, alcuni di essi riescono a trasformarsi in brillanti comete, un fenomeno che ha da sempre incuriosito gli astronomi.
Un gruppo di ricerca internazionale, guidato dal Planetary Science Institute, ha recentemente pubblicato uno studio su The Astrophysical Journal Letters, cercando di risolvere l’enigma dell’attività cometaria di alcuni Centauri. Eva Lilly, autrice principale della ricerca, ha evidenziato come fino ad ora non fosse stata trovata alcuna correlazione tra le dimensioni, il colore o il tipo di orbita dei Centauri e la loro attività. Lo studio ha analizzato 39 Centauri attivi e 17 comete della famiglia di Giove, rivelando caratteristiche sorprendenti legate agli ultimi cambiamenti orbitali.
La mappatura della storia dinamica dei Centauri è complessa, data la loro orbita nel regno dei pianeti giganti e l’influenza caotica esercitata dalla gravità di questi ultimi. Utilizzando un integratore numerico, il team di ricerca è riuscito a prevedere l’evoluzione orbitale dei Centauri per un periodo limitato, prima che il caos rendesse le previsioni imprecise.
Il modello utilizzato ha permesso di scoprire che tutti i Centauri attivi hanno subito un incontro ravvicinato con Giove o Saturno, causando un repentino cambiamento orbitale. Questo fenomeno, denominato a-jump, comporta una diminuzione del semiasse maggiore dell’orbita e una trasformazione da un’orbita ellittica a una più circolare, con un perielio minore. Questo cambiamento rapido permette ai Centauri di riscaldarsi più a lungo e di attivare i ghiacci interni, trasformandoli in comete attive.
Il modello termico conferma che ogni Centauro ha la potenzialità di diventare attivo, dipendendo dall’evoluzione della sua orbita. Tuttavia, l’attività cometaria è stata osservata solo in circa il 10% dei Centauri, lasciando aperte alcune domande sulla frequenza e le condizioni di attivazione.
L’analisi degli a-jump nelle storie dinamiche recenti dei Centauri e delle comete della famiglia di Giove potrebbe aiutare a identificare gli asteroidi attualmente attivi o che potrebbero diventarlo in futuro. Tre Centauri con recenti a-jump sono già stati identificati e saranno oggetto di monitoraggio per osservare la loro trasformazione in comete.
Uno degli oggetti studiati è la cometa 167P/Cineos, scoperta nel 2004 e inizialmente identificata come un asteroide del gruppo dei Centauri. La sua orbita, compresa tra Saturno e Urano, ha avuto un incontro ravvicinato con Saturno nel 1873 e ne avrà uno con Urano nel 2038.
In conclusione, lo studio del Planetary Science Institute ha aperto nuove prospettive sulla comprensione dei Centauri e sulla loro potenziale attività cometaria. Queste scoperte potrebbero non solo arricchire la nostra conoscenza del Sistema solare, ma anche fornire informazioni preziose per future missioni di esplorazione spaziale.