Negli Stati Uniti, il XXI secolo potrebbe essere testimone di una trasformazione radicale di molte città, con la prospettiva di vedere migliaia di esse trasformarsi in vere e proprie città fantasma entro il 2100. Uno studio condotto dall’Università dell’Illinois ha suggerito che quasi la metà delle circa 30.000 città presenti negli Stati Uniti potrebbe subire un processo di spopolamento entro la fine di questo secolo.
La ricerca e le sue implicazioni
Le città colpite da questo fenomeno potrebbero subire una riduzione demografica compresa tra il 12 e il 23 per cento, un cambiamento radicale che potrebbe causare gravi interruzioni nei servizi di base, come trasporti, acqua potabile, elettricità e accesso a internet. “Le proiezioni suggeriscono che, entro il 2100, tutti gli stati avranno città che affronteranno una qualche forma di spopolamento, ad eccezione del Distretto di Columbia e delle Hawaii”, scrivono gli autori dello studio.
Tuttavia, hanno aggiunto che la situazione varierà da regione a regione. I risultati mostrano che il 43 per cento delle città statunitensi sta perdendo popolazione, mentre il 40 per cento sta guadagnando abitanti e il restante 17 percento mostra tendenze fluttuanti.
Le differenze regionali
“Il numero di città in declino nel Nord-Est e nel Midwest sarà superiore rispetto alle regioni del Sud e dell’Ovest (anche se molte città nel Nord e nel Midwest continueranno a crescere). In California, la costa meridionale potrebbe perdere popolazione, mentre quella settentrionale potrebbe guadagnarne. Nonostante al momento della stesura di questo studio siano in forte crescita, anche Texas e Utah vedranno una buona parte delle loro città attraversare una perdita di popolazione”, hanno aggiunto.
Per giungere a queste conclusioni, il team ha esaminato i dati raccolti dal 2000 al 2020 dal Censimento degli Stati Uniti e dall’American Community Survey. Utilizzando cinque possibili scenari climatici futuri, noti come percorsi socioeconomici condivisi, hanno utilizzato modelli matematici per prevedere i cambiamenti nelle popolazioni urbane.
Le variabili in gioco
Parlando con Scientific American, l’autrice principale dello studio, Uttara Sutradhar, ha spiegato che diverse variabili influenzeranno le tendenze identificate, tra cui l’aumento dei prezzi degli immobili, il declino industriale, il calo delle nascite, i diversi livelli di tasse statali e gli impatti dei cambiamenti climatici.
Un cambio di paradigma necessario
Per affrontare questo problema, i ricercatori ritengono che gli Stati Uniti debbano avere un radicale cambio di paradigma, allontanandosi dalla pianificazione basata sulla crescita e, invece, iniziando ad abbracciare i principi di adattabilità, modularità e multifunzionalità.
Più in generale, è ormai ben stabilito che la popolazione globale diminuirà entro la fine del XXI secolo. Uno studio del 2020 ha concluso che la popolazione mondiale raggiungerà il picco nel 2064 con circa 9,7 miliardi di persone, prima di scendere a 8,8 miliardi entro il 2100. Un altro rapporto (più pessimista) ha sostenuto che la popolazione globale raggiungerà il picco di 8,6 miliardi nel 2050 per poi diminuire a soli 7 miliardi entro il 2100.
Il nuovo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Cities.