Il mondo dell’agricoltura è in continua evoluzione, alla ricerca di soluzioni innovative per ridurre l’impatto ambientale e promuovere pratiche sostenibili. In questo contesto, i chimici del MIT hanno sviluppato una tecnologia rivoluzionaria che potrebbe trasformare il modo in cui pensiamo ai fertilizzanti e alla rigenerazione del suolo.
La sfida dei fertilizzanti chimici
Impatto ambientale e degrado del suolo
La produzione di fertilizzanti chimici è responsabile di circa l’1,5% delle emissioni globali di gas serra. Questo processo, noto come Haber-Bosch, richiede un elevato consumo energetico e contribuisce al degrado a lungo termine dei nutrienti nel suolo. Per contrastare questi effetti negativi, alcuni agricoltori hanno adottato pratiche di “agricoltura rigenerativa”, che includono la rotazione delle colture e il compostaggio per mantenere il suolo sano.
La sensibilità dei batteri fissatori di azoto
I batteri capaci di convertire l’azoto atmosferico in ammoniaca non solo forniscono i nutrienti necessari alle piante, ma aiutano anche a rigenerare il suolo e a proteggere le colture dai parassiti. Tuttavia, questi batteri sono sensibili al calore e all’umidità, rendendo difficile la loro produzione su larga scala e il trasporto nelle aree rurali.
La soluzione innovativa del MIT
Un rivestimento protettivo per i batteri
Gli ingegneri chimici del MIT hanno ideato un rivestimento metallo-organico che protegge le cellule batteriche dai danni senza ostacolare la loro crescita o funzione. Questo rivestimento, chiamato rete metallo-fenolica (MPN), è composto da due elementi: un metallo e un composto organico chiamato polifenolo, che possono auto-assemblarsi in una corazza protettiva. I metalli utilizzati, tra cui ferro, manganese, alluminio e zinco, sono considerati sicuri come additivi alimentari, mentre i polifenoli, spesso presenti nelle piante, includono molecole come tannini e altri antiossidanti.
Miglioramento della germinazione dei semi
Utilizzando i batteri rivestiti con l’MPN più efficace, i ricercatori hanno testato la loro capacità di aiutare la germinazione dei semi in una piastra da laboratorio. Hanno scoperto che i batteri rivestiti miglioravano il tasso di germinazione dei semi del 150% rispetto ai semi trattati con batteri freschi e non rivestiti. Questo risultato è stato consistente per diversi tipi di semi, inclusi aneto, mais, ravanelli e bok choy.
Democratizzazione dell’agricoltura rigenerativa
Ariel Furst, professore assistente di ingegneria chimica al MIT e autore senior dello studio, ha fondato una società chiamata Seia Bio per commercializzare i batteri rivestiti per un uso su larga scala nell’agricoltura rigenerativa. L’obiettivo è rendere i fertilizzanti microbici accessibili anche ai piccoli agricoltori che non dispongono dei fermentatori necessari per coltivare tali batteri. La tecnologia, progettata per essere economica e accessibile, potrebbe contribuire a democratizzare l’agricoltura rigenerativa.
La ricerca, finanziata da diverse istituzioni tra cui l’Army Research Office e il MIT Climate and Sustainability Consortium, rappresenta un passo significativo verso un’agricoltura più sostenibile e resiliente al cambiamento climatico.