La riscoperta della Talpa Dorata di De Winton
La comunità scientifica è in festa per il ritrovamento di una specie che si credeva estinta da oltre 80 anni. La Talpa Dorata di De Winton, avvistata per l’ultima volta nel 1936, è stata recentemente ritrovata viva e vegeta, nuotando tra le dune di sabbia in Sudafrica. Questa scoperta rappresenta un importante passo avanti nella protezione delle poche aree in cui questi rari mammiferi possono ancora essere trovati.
La ricerca della Talpa Dorata
Un compito arduo
Il ritrovamento della Talpa Dorata di De Winton non è stato un’impresa facile. I ricercatori hanno dovuto perlustrare fino a 18 chilometri di habitat dunale al giorno per rilevare la presenza del mammifero utilizzando il DNA ambientale (eDNA), ovvero il DNA che gli animali lasciano nell’ambiente mentre si muovono. Questo può includere cellule della pelle, peli e fluidi corporei.
Una tecnica innovativa
Sebbene possa sembrare come cercare un ago in un pagliaio, in alcuni modi è stato più semplice che cercare di avvicinarsi furtivamente a una talpa dorata, dato che questi animali hanno un udito eccezionale e sono in grado di rilevare le minime perturbazioni sulla superficie. Ciò significa che sarebbero spariti ben prima che un ricercatore riuscisse a scavarli fuori dalla sabbia. Tuttavia, l’utilizzo della tecnica eDNA non è stato affatto semplice.
Il successo della missione
La perseveranza paga
Fortunatamente, il duro lavoro ha dato i suoi frutti: dopo aver analizzato 100 campioni di terreno, il team ha determinato che diverse specie di talpe dorate vivevano nelle dune lungo la costa nord-occidentale del Sudafrica. Tra queste, due specie più comuni – la Talpa Dorata del Capo e la Talpa Dorata di Grant – così come la Talpa Dorata di Van Zyl, che è in pericolo e rara. Ma la scoperta più sorprendente è stata la “perduta da tempo” Talpa Dorata di De Winton.
La fede nella scienza
“Nonostante molti dubitassero che la Talpa Dorata di De Winton fosse ancora là fuori, io avevo fiducia che la specie non si fosse ancora estinta”, ha dichiarato Cobus Theron, responsabile della conservazione senior per EWT e membro del team di ricerca. “Ero convinto che ci sarebbe voluto solo il giusto metodo di rilevamento, il timing appropriato e un team appassionato nella ricerca. Ora non solo abbiamo risolto l’enigma, ma abbiamo anche sfruttato questa frontiera dell’eDNA dove c’è un’enorme quantità di opportunità non solo per le talpe, ma anche per altre specie perdute o in pericolo.”
Lo studio è stato pubblicato nella rivista Biodiversity And Conservation.