Il respiro umano è una funzione vitale che ci permette di vivere, ma secondo uno studio pubblicato mercoledì sulla rivista PLoS One, potrebbe avere un impatto negativo sul riscaldamento globale. Gli autori dello studio sostengono che il contributo della respirazione umana al cambiamento climatico è stato sottovalutato e merita ulteriori approfondimenti.
Il contributo della respirazione umana al riscaldamento globale
Metano e ossido di azoto nell’espirazione umana
La ricerca, guidata dal fisico atmosferico Nicholas Cowan del UK Centre for Ecology and Hydrology, ha evidenziato che l’aria espirata dagli esseri umani può contenere piccole concentrazioni elevate di metano (CH4) e ossido di azoto (N2O), entrambi gas serra che contribuiscono al riscaldamento globale. Gli scienziati hanno esortato a non sottovalutare le emissioni prodotte dagli esseri umani, che spesso vengono considerate trascurabili.
Analisi dettagliata delle diete dei soggetti testati
L’analisi dettagliata delle diete dei soggetti coinvolti nello studio non ha mostrato alcuna evidenza che i consumatori di carne producano maggiori quantità di questi gas. Tutti i soggetti testati esalavano ossido di azoto, ma solo il 31% esalava metano. Questi individui, definiti “produttori di metano” nello studio, erano più propensi ad essere donne e avere più di 30 anni, anche se i ricercatori non sono stati in grado di determinare la causa di questa correlazione.
Implicazioni ambientali e politiche
Le emissioni di metano degli animali da allevamento
Negli ultimi anni, gli attivisti ambientali si sono concentrati sulle emissioni di metano prodotte dalle mucche, il cui regime alimentare erbivoro viene degradato da batteri produttori di metano presenti nei loro stomaci multipli. L’attenzione dei policymaker su questi ruttini e flatulenze contaminati da metano è stata oggetto di molte parodie da parte degli scettici del cambiamento climatico.
Obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra nel Regno Unito
Il Regno Unito si è impegnato legalmente a ridurre le emissioni di gas serra del 78% entro il 2035 rispetto al 1990. Ai residenti è stato fortemente consigliato di ridurre il consumo di carne per raggiungere questo obiettivo, con alcune stime che attribuiscono il 15% delle emissioni globali di gas serra all’allevamento di bestiame per la carne. Tuttavia, i ricercatori dietro lo studio di mercoledì hanno sottolineato che passare a una dieta vegetariana ricca di fibre potrebbe potenzialmente causare maggiori emissioni di metano e ossido di azoto, un fenomeno che hanno definito “scambio di inquinamento”.
In conclusione, sembra che gli esseri umani siano dannosi per l’ambiente anche attraverso un atto così naturale e necessario come la respirazione. Gli autori dello studio sono stati invitati a fare la cosa responsabile per l’ambiente e smettere di respirare immediatamente, ma non hanno ancora risposto. Sarà interessante vedere se prenderanno sul serio questa provocazione o se continueranno a respirare come tutti noi.