Il movimento degli oceani: un nuovo approccio per comprendere il sistema climatico
Un team internazionale di scienziati ha scoperto la prima evidenza diretta che collega i sistemi meteorologici oceanici, apparentemente casuali, con il clima su scala globale. Questa scoperta potrebbe offrire un nuovo quadro per comprendere il sistema climatico e le sue interazioni con i fenomeni atmosferici.
La ricerca e i suoi risultati
Un nuovo metodo di analisi
Utilizzando un’analisi meccanica piuttosto che statistica, il gruppo di ricerca ha proposto un nuovo modello per interpretare il sistema climatico. La ricerca, guidata da Hussein Aluie, professore associato presso il Dipartimento di Ingegneria Meccanica dell’Università di Rochester e scienziato presso il Laboratorio per l’Energetica Laser dell’Università, ha rivelato come i sistemi meteorologici oceanici, come i vortici mesoscala, interagiscono con le correnti climatiche su larga scala.
Il ruolo dei vortici oceanici
Secondo Benjamin Storer, autore principale dello studio e ricercatore associato nel gruppo di Turbolenza e Flussi Complessi di Aluie, i modelli meteorologici negli oceani, sebbene su scale temporali e spaziali diverse, sono simili a quelli terrestri. Questi vortici oceanici, che possono durare da tre a quattro settimane e avere dimensioni ridotte rispetto ai sistemi terrestri, sono stati a lungo oggetto di speculazione per il loro possibile collegamento con il clima globale.
Un quadro complesso
Aluie sottolinea che, fino ad ora, era difficile misurare le interazioni tra questi sistemi complessi a causa della loro natura intricata. Tuttavia, il quadro sviluppato dal suo team ha permesso di analizzare queste interazioni, rivelando che i vortici oceanici sono sia energizzati che indeboliti quando interagiscono con le scale climatiche, seguendo un modello che riflette la circolazione atmosferica globale.
Implicazioni per la ricerca sul clima
Lo studio ha anche evidenziato che una fascia atmosferica vicino all’equatore, nota come “zona di convergenza intertropicale”, che produce il 30% delle precipitazioni globali, causa un’intensa trasferimento di energia e produce turbolenza oceanica. Questa scoperta potrebbe avere implicazioni significative per la comprensione di come il riscaldamento globale e i cambiamenti climatici influenzano gli eventi meteorologici estremi.
Un approccio innovativo
Un’analisi meccanica
Aluie evidenzia che il loro approccio basato sull’analisi meccanica offre vantaggi rispetto ai precedenti tentativi di collegare il tempo meteorologico ai cambiamenti climatici, poiché permette di comprendere più facilmente le cause e gli effetti senza la necessità di ampi set di dati richiesti dall’analisi statistica.
Il team di ricerca
Il team che ha svolto un ruolo centrale nell’indagine include anche Michele Buzzicotti, scienziato presso l’Università di Roma Tor Vergata; Hemant Khatri, ricercatore associato presso l’Università di Liverpool, e Stephen Griffies, scienziato senior presso Princeton.
Il supporto al progetto
Il progetto ha ricevuto finanziamenti dalla National Science Foundation, dalla National Aeronautics and Space Administration e dal Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, sottolineando l’importanza e il riconoscimento della ricerca a livello internazionale.
Le prospettive future
Il lavoro del team crea un quadro promettente per una migliore comprensione del sistema climatico e apre la strada a ulteriori ricerche per esplorare le complesse interazioni tra i fenomeni meteorologici e climatici su scala globale.