Una nuova soluzione per il riciclo del Nylon-6
Il problema dell’inquinamento causato dai rifiuti plastici è ormai noto a livello globale. Tra i vari materiali, il Nylon-6, utilizzato in numerosi oggetti di uso quotidiano come reti da pesca, tappeti e abbigliamento, rappresenta una sfida particolare a causa della sua resistenza e durabilità che ne impediscono la decomposizione naturale. Tuttavia, grazie a una recente scoperta dei chimici della Northwestern University, potrebbe essere possibile recuperare quasi completamente i monomeri, ovvero i mattoni fondamentali del Nylon-6, e riciclarli per creare prodotti di valore superiore.
Il problema del Nylon-6
Impatto ambientale
Il Nylon-6 è un tipo di plastica che, a causa della sua eccessiva resistenza, non si decompone naturalmente, rimanendo nell’ambiente per migliaia di anni. Questo comporta la contaminazione delle acque, il danneggiamento delle barriere coralline e il pericolo per uccelli e animali marini, spesso intrappolati in reti da pesca abbandonate.
Difficoltà di smaltimento
Attualmente, i metodi di smaltimento del Nylon-6 si limitano a seppellirlo in discariche o a bruciarlo, producendo però inquinanti tossici come ossidi di azoto o anidride carbonica, un noto gas serra. Altri tentativi di degradazione del Nylon-6 hanno richiesto condizioni estreme o solventi tossici, contribuendo ulteriormente all’inquinamento.
La soluzione innovativa
Un nuovo catalizzatore
I chimici della Northwestern University hanno sviluppato un nuovo catalizzatore che decompone rapidamente, in modo pulito e completo il Nylon-6 in pochi minuti, senza generare sottoprodotti nocivi. Il processo non richiede solventi tossici, materiali costosi o condizioni estreme, rendendolo praticabile per applicazioni quotidiane.
Ricupero e upcycling dei monomeri
Il catalizzatore, che sfrutta l’ittrio e ioni di lantanidi, permette di riscaldare il Nylon-6 fino al suo punto di fusione e applicare il catalizzatore senza solventi, facendo sì che la plastica si disintegri, tornando ai suoi monomeri originali senza lasciare residui. In esperimenti, è stato possibile recuperare il 99% dei monomeri originali, che potrebbero poi essere riciclati in prodotti di valore superiore, attualmente molto richiesti per la loro forza e durabilità.
Questo studio rappresenta un passo significativo nel campo del riciclo dei polimeri e della gestione sostenibile dei materiali. L’approccio innovativo colma una lacuna critica nelle tecnologie di riciclo attuali, offrendo una soluzione pratica ed efficiente per il problema dei rifiuti di nylon. Si ritiene che abbia implicazioni per la riduzione dell’impronta ambientale delle plastiche e per il contributo a un’economia circolare.
Il progetto di ricerca è stato supportato da RePLACE (Redesigning Polymers to Leverage A Circular Economy), finanziato dall’Ufficio per la Scienza del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti e dalla National Science Foundation, con ulteriore supporto dall’Istituto per la Catalisi nei Processi Energetici, che è un progetto di ricerca importante all’interno del Centro per la Catalisi e la Scienza delle Superfici presso l’Istituto Paula M. Trienens per la Sostenibilità e l’Energia.