La malattia dei cervi “zombie” e il rischio di contagio per l’uomo
Negli Stati Uniti d’America si sta diffondendo una malattia che sta colpendo cervi, alci e wapiti, conosciuta come la malattia dei cervi “zombie” o, più scientificamente, come malattia del deperimento cronico (CWD). Si stima che centinaia di animali siano stati infettati lo scorso anno e, con l’avanzare della malattia, gli esperti si interrogano sulla possibilità che possa trasmettersi anche all’uomo.
Cos’è la CWD e come si comporta
La CWD è una malattia da prioni, simile alla “malattia della mucca pazza” o encefalopatia spongiforme bovina (BSE), che può impiegare oltre un anno prima che un animale infetto mostri sintomi. I segni più comuni includono una perdita di peso drammatica, un’andatura instabile e letargia, da cui il paragone con gli zombie.
Il rischio di contagio per l’uomo
Uno dei principali rischi di contagio per le malattie da prioni è il consumo di carne infetta. Nel caso della BSE, l’ingestione di carne bovina infetta poteva causare la forma umana della stessa malattia, nota come malattia di Creutzfeldt-Jakob (CJD).
La CJD è rara ma letale, si presenta con danni cerebrali che peggiorano rapidamente e, sebbene si stiano esplorando possibili trattamenti, attualmente non esiste una cura nota per la malattia. Pertanto, sebbene i casi siano rari, rappresentano una minaccia considerevole a causa della gravità della malattia.
Le misure di prevenzione e il monitoraggio della malattia
La prevenzione della diffusione della CWD
I Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC) hanno delineato delle linee guida per prevenire la diffusione della CWD, in particolare tra i cacciatori che uccidono, scuoi e consumano gli animali infetti. I punti chiave si concentrano sul non mangiare mai la carne di animali che si comportano in modo strano e sul far testare le carcasse quando vengono uccise in un’area dove si sa che la CWD si sta diffondendo.
Il monitoraggio dei sintomi e delle aree colpite
Per ulteriori consigli sui segni, sintomi e aree colpite dalla malattia dei cervi “zombie”, è possibile visitare il sito web dei CDC.
In conclusione, la malattia dei cervi “zombie” rappresenta una minaccia sia per la fauna selvatica che per la salute pubblica. Sebbene non ci siano stati casi riportati di CWD negli esseri umani, è importante rimanere vigili e seguire le linee guida per prevenire la diffusione della malattia. La ricerca continua per comprendere meglio la CWD e trovare modi efficaci per eradicarla sia negli animali che nell’ambiente.