Il 1° dicembre, il Giappone ha inaugurato il JSA, il più grande tokamak superconduttore operativo al mondo fino ad oggi. Un tokamak è un reattore a fusione nucleare a forma di ciambella e questa nuova costruzione in Giappone, con il sostegno dell’Unione Europea (UE), è destinata ad essere il precursore del Reattore Sperimentale Termonucleare Internazionale (ITER) in costruzione in Francia e che si prevede aprirà tra pochi anni.
Il JT-60SA: un passo avanti nella fusione nucleare
Il più grande tokamak superconduttore
Il JT-60SA è un reattore a fusione nucleare che si propone di dimostrare che il design può produrre una quantità netta di energia. Per avere senso, è necessario che l’energia prodotta sia maggiore di quella investita. La fusione nucleare ha il potenziale di rilasciare una quantità enorme di energia pulita e priva di carbonio, dopotutto è ciò che alimenta le stelle. Tuttavia, per ricreare le condizioni che avvengono nel cuore delle stelle, è necessario investire energia. Ed è qui che si verifica il difficile compromesso.
Un design innovativo
A differenza di altri setup come la fusione per confinamento inerziale, che ha dimostrato un guadagno netto nell’ultimo anno ma non ancora sufficiente per essere commercialmente valido, questo tokamak riscalda il plasma mantenuto in un forte campo magnetico fino a 200 milioni di gradi Celsius, con correnti che lo attraversano a 1 milione di ampere. Un circuito domestico trasporta tra i 15 e i 20 ampere.
Il futuro della fusione nucleare
ITER: il prossimo grande passo
I ricercatori si aspettano che l’aumento delle dimensioni consenta loro di estrarre sempre più energia. Per questo motivo, ITER è progettato per essere più grande, in grado di raggiungere prima il plasma ardente e poi la fusione completa entro il 2035. JT-60SA informerà i prossimi passi negli approcci al reattore e sta già mostrando promesse. Il primo plasma è stato mostrato a circolare in ottobre con correnti molto più basse che lo attraversano.
Un contributo internazionale
“Ciò che accade qui oggi avrà importanza domani per il contributo della fusione in un mix energetico privo di carbonio. JT-60SA è fondamentale per la roadmap internazionale della fusione perché offre una possibilità unica di apprendere, operare questo dispositivo di fusione unico e condividere quella preziosa conoscenza con ITER”, ha detto Marc Lachaise, direttore di Fusion for Energy, durante l’inaugurazione.
Fusion for Energy è responsabile del contributo dell’UE a ITER. Trentacinque paesi fanno parte di ITER: tutta l’UE, la Svizzera, il Regno Unito, l’India, il Giappone, la Russia, la Cina e gli Stati Uniti. ITER è in costruzione nel sud della Francia e si prevede che avrà il primo plasma di fusione al suo interno nel 2025.