L’impatto del clima sulla migrazione interna in Somalia
Negli anni compresi tra il 2016 e il 2018, più di 2 milioni di persone in Somalia hanno abbandonato le proprie case, trovando rifugio altrove all’interno del paese. Alcuni hanno dichiarato di essere partiti a causa di conflitti violenti, mentre molti altri hanno attribuito la loro partenza alla siccità.
L’impatto della gravissima siccità
Secondo Lisa Thalheimer dell’Università di Oxford, “sappiamo che la Somalia ha subito una grave siccità dal 2016”. Per comprendere meglio come le condizioni calde e secche abbiano contribuito allo spostamento interno, ha analizzato circa tre anni di dati meteorologici.
La sua analisi ha rivelato che una riduzione delle precipitazioni da circa due pollici al mese a zero ha portato a un aumento di quattro volte nel numero di persone che si sono spostate. Inoltre, un piccolo aumento delle temperature mensili, di appena qualche grado in più rispetto alla media per quel periodo dell’anno, ha causato un aumento fino a dieci volte delle persone sfollate.
Thalheimer ha anche identificato un ritardo di circa tre mesi tra una forte diminuzione delle piogge e lo spostamento delle persone. “Quindi ci vogliono davvero tre mesi affinché le persone dicano: ‘No, non possiamo più sopportarlo. Dobbiamo andarcene. Non abbiamo altra scelta’”, afferma.
Lo studio suggerisce quindi che i governi e i gruppi umanitari possono prevedere aumenti della migrazione. Agendo in anticipo per sostenere le persone vulnerabili, potrebbero contribuire a garantire che meno persone debbano fuggire.
L’impatto della siccità sulla migrazione
La siccità è stata una delle principali cause della migrazione interna in Somalia negli ultimi anni. La mancanza di precipitazioni ha reso le terre agricole aride e ha causato la morte del bestiame, privando le persone delle loro fonti di sostentamento. Senza cibo e acqua sufficienti, molte persone hanno dovuto abbandonare le loro case alla ricerca di condizioni di vita migliori altrove.
Riduzione delle precipitazioni e aumento della migrazione
Secondo i dati analizzati da Thalheimer, una riduzione delle precipitazioni da due pollici al mese a zero ha portato a un aumento significativo del numero di persone che si sono spostate. La mancanza di acqua ha reso impossibile coltivare i campi e ha causato una grave crisi alimentare. Di conseguenza, molte persone hanno dovuto lasciare le loro comunità alla ricerca di cibo e acqua.
Aumento delle temperature e sfollamenti di massa
Oltre alla siccità, le temperature più elevate hanno contribuito all’aumento della migrazione interna in Somalia. Anche un piccolo aumento delle temperature mensili, di pochi gradi rispetto alla media stagionale, ha avuto un impatto significativo sul numero di persone sfollate. Le alte temperature hanno reso ancora più difficile la sopravvivenza in un ambiente già privo di risorse.
Implicazioni per i governi e i gruppi umanitari
La ricerca di Thalheimer ha importanti implicazioni per i governi e i gruppi umanitari che operano in Somalia. La capacità di prevedere gli spostamenti di massa può consentire loro di agire in anticipo per fornire assistenza alle persone vulnerabili. Investire nella costruzione di infrastrutture resistenti al clima e nel miglioramento delle risorse idriche può contribuire a mitigare gli effetti della siccità e ridurre la necessità di migrazione.
Prevenzione della migrazione forzata
Agendo in anticipo per affrontare le cause sottostanti della migrazione, i governi e i gruppi umanitari possono contribuire a prevenire la migrazione forzata. Fornire sostegno finanziario e tecnico alle comunità agricole può aiutare a garantire la sicurezza alimentare e a ridurre la dipendenza dalle condizioni meteorologiche. Inoltre, investire nella creazione di posti di lavoro e nell’istruzione può offrire opportunità alternative alle persone che altrimenti sarebbero costrette a migrare.
Migrazione come opportunità di sviluppo
Nonostante gli effetti negativi della migrazione forzata, può anche essere vista come un’opportunità di sviluppo. Le persone che si spostano possono portare con sé competenze e conoscenze che possono contribuire alla crescita economica delle comunità di accoglienza. I governi e i gruppi umanitari possono lavorare per creare programmi di integrazione e fornire supporto per l’accesso all’istruzione e all’occupazione, in modo da massimizzare i benefici della migrazione.
In conclusione, la ricerca di Thalheimer evidenzia l’importanza di comprendere l’interazione tra clima e migrazione interna. La siccità e le temperature elevate hanno avuto un impatto significativo sulla vita delle persone in Somalia, spingendole a cercare rifugio altrove. Tuttavia, agendo in anticipo per sostenere le persone vulnerabili, i governi e i gruppi umanitari possono contribuire a mitigare gli effetti della migrazione forzata e a creare opportunità di sviluppo.