Quante volte da piccoli ci siamo sentiti dire dal nonno, seduto a tavola, che un bicchiere di vino a pasto costituiva un toccasana per il corpo? Peccato che questa convinzione non era solo dei nonni e non apparteneva solo agli anni passati.
Ancora oggi il dibattito sul consumo giornaliero, o a lungo termine e in quantità più elevate, di alcool risulta essere ancora molto acceso e divisorio; sono veramente molteplici gli studi condotti a riguardo e le idee che ne scaturiscono.
Il dibattito è divisorio, e perché?
Da una parte abbiamo l’Organizzazione per la Sanità Mondiale, o l’AIRC, Fondazione per la Ricerca contro il Cancro, contrarie al consumo di bevande alcoliche. Vino, birra e alcool in genere risultano dannosi per il corpo, ma soprattutto per il sistema cardiovascolare, anche in quantità ridotte.
Dall’altra parte abbiamo numerosi altri studi e ricerche di contro pronte a testimoniare praticamente il contrario. In questo caso vino, birra o alcool, se consumati nella forma di un’unità al giorno, sarebbero addirittura preziosi per il corpo. Non solo, vi sarebbe anche un effetto protettivo verso specifiche malattie.
Questi ultimi studi sostengono come, ponendo a confronto bevitori e non bevitori, i primi sarebbero meno affetti da malattie come l’ictus o l’aritmia cardiaca, rispetto ai secondi. Sono presi in considerazione bevitori moderati, cioè che consumano al massimo un’unità di alcool giornaliera.
Tale misura corrisponde a due bicchieri di vino al giorno per un soggetto maschile e un solo bicchiere di vino al giorno per un soggetto femminile. Nel caso della birra vale lo stesso principio, mentre nel caso di un super alcolico, la quantità si aggira intorno ai 44 ml.
Le ricerche che sposano questa teoria favorevole fanno riferimento al fatto per cui i vasi sanguigni, dopo aver ricevuto quel piccolo quantitativo di alcool o vino, risultano essere più larghi. Il sangue affluisce meglio nelle vene e nelle arterie, agevolando così lo sforzo portato avanti dal cuore.
Assunzione continua di alcool, un rischio
Di contro però, le ricerche che invece vedono il problema in un’ottica più negativa, evidenziano come anche la più piccola quantità di alcool con il tempo possa risultare dannosa. Non si tratta in questo caso di quantità, ma di continuità.
Davanti a soggetti con altre patologie, o predisposti geneticamente, anche a loro insaputa, a malattie e malformazioni del sistema cardiocircolatorio, anche una sola unità di vino al giorno, se assunta per più giorni, potrebbe causare problemi non indifferenti.