Importanti passi avanti si stanno ottenendo nella lotta al cancro. Una nuova tecnica di trattamento sperimentale ha prodotto risultati molto rincuoranti nella battaglia contro i tumori al colon-retto e alle ovaie. Grandi risultati si sono ottenuti persino in stadio avanzato.
Lo studio, divulgato dalla rivista Science Advances, si è condotto su alcuni topi rivelando esiti sorprendenti dopo soli sei giorni. Si tratta di risultati che fanno ben sperare su un possibile test sull’uomo verso la fine dell’anno.
La tecnica consiste nell’impiantare delle cellule che rilasciano costantemente sostanze chimiche naturali contro il cancro e che agiscono fino alla sua estirpazione. Per questo gli scienziati le hanno denominate “fabbriche di farmaci”.
Le cellule sono racchiuse all’interno di un apposito involucro protettivo, il quale fa sì che non risultino identificate come pericolose dal nostro sistema immunitario. La reazione di fronte al corpo estraneo avviene solo dopo 30 giorni attraverso il blocco delle sostanze rilasciate.
Le “fabbriche di farmaci” vanno a depositarsi nel tessuto che ricopre gli organi interni (in questo caso il peritoneo, ossia la membrana che ricopre la cavità centrale del nostro organismo) e rilasciano interleuchina-2 (IL-2). Si tratta di una citochina che va a sollecitare l’azione dei globuli bianchi.
In tal modo le diffuse immunitarie sono rafforzate verso l’azione della lotta al tumore. Il rilascio di IL-2 è tale da colpire solo la zona tumorale senza finire altrove e produrre effetti collaterali controproducenti come l’innalzamento del livello di citochine nel corpo.
Trattamento mirato e grandi risultati
Per tale ragione la citochina viene liberata in elevate concentrazioni. L’azione precisa e mirata riduce drasticamente le dannose complicazioni che si hanno invece con gli attuali trattamenti per le altre cellule sane.
Mentre l’impianto delle cellule avviene una volta sola, la produzione di IL-2 è quotidiana ed avviene fino al raggiungimento dell’obiettivo: i topi affetti da cancro ovarico sono guariti totalmente mentre quelli con tumore al colon-retto sono guariti 7 su 8.
I ricercatori hanno evidenziato come gli importanti risultati della nuova tecnica possano divenire un’arma rivoluzionaria nella lotta contro altre tipologie di tumore come quello al sangue, ai reni o al pancreas. Prima si attendono conferme sui test in corso.