Un fenomeno iniziato già 45 anni fa e nell’ultimo periodo, a causa del cambiamento climatico, sta fortemente accelerando. Il ciclo dell’acqua, infatti, muoverebbe addirittura il doppio dell’acqua ipotizzata finora.
Recenti studi dimostrano che l’acqua dei mari, evaporando e salendo nell’atmosfera, è trasportata dai venti per ricadere sotto forma di pioggia, per poi raggiungere nuovamente il mare.
Questo ciclo ha importanti effetti sul pianeta e dà luogo ad un fenomeno chiamato “evapotraspirazione”, ovvero la velocità con cui le piante e la superficie terrestre rilasciano umidità nell’aria, che, a causa del riscaldamento globale, ha subito un’importante accelerazione.
Evaporazione sempre più forte, le conseguenze
Più il pianeta si riscalda, infatti, maggiore risulterà essere l’essiccazione della terra e della vegetazione. L’aumento dell’evaporazione, difatti, genera siccità in alcune regioni ed è sintomatico del riscaldamento globale, aumentando lo stress delle risorse idriche superficiali e sotterranee.
Effettuare studi sul ciclo dell’acqua non è semplice; la maggior parte delle precipitazioni avviene negli oceani e quindi è difficile recuperare osservazioni dirette. Un team di ricercatori australiano ha scoperto metodi alternativi basandosi sul tasso di salinità in ogni area oceanica.
Nelle zone più calde, infatti, l’evaporazione rimuove l’acqua dolce dagli oceani e li rende più salati; allo stesso modo l’acqua viene trasportata negli oceani delle regioni più fredde, rendendoli meno salati.
Quindi è grazie alla salinità delle diverse aree geografiche che si misurano determinati dati e si riesce ad avere una stima della portata del ciclo dell’acqua, rilevandone i cambiamenti nel corso del tempo.
La società moderna sta sottovalutando l’impatto dei cambiamenti climatici sulle precipitazioni e sul surriscaldamento; l’alterazione del ciclo idrologico ha influito sulla fusione dei ghiacci, sia marini che terrestri.
Il costante aumento delle temperature non ha permesso il mantenimento della copertura nevosa dei ghiacciai, che a loro volta rimangono esposti, iniziando a fondersi. Questa fusione provoca un forte innalzamento del livello del mare, causando inondazioni, tempeste e precipitazioni estreme.