Il vaccino Johnson potrebbe cambiare le carte in tavola e salvare il mondo dal coronavirus? In Italia il vaccino Johnson e Johnson è stato somministrato in via preferenziale a persone over 60. In generale, questo vaccino è consigliato agli over 18.
Venerdì 29 gennaio la compagnia farmaceutica Johnson e Johnson ha ribadito il grado di efficacia del proprio vaccino monodose, pari all’85% nel prevenire la forma di Covid-19 grave. L’efficacia è pari invece al 66% nel prevenire l’insorgenza di malattia da moderata a grave.
Al fine di individuare l’effettivo grado di efficacia di questo vaccino a vettore virale, si è svolto uno studio clinico in fase 3 che ha preso in osservazione ben otto paesi. I partecipanti che si sono sottoposti allo studio in seguito all’inoculazione del vaccino sono stati 43.700.
I risultati dello studio
Alla luce di questo studio clinico è emerso che l’efficacia del vaccino a vettore virale Johnson & Johnson è pari al 100% una volta trascorsi 28 giorni dall’inoculazione, quindi a seguito di un mese dalla somministrazione della prima ed unica dose.
Il vaccino si sarebbe quindi dimostrato completamente efficace nel prevenire morti e ospedalizzazioni. Ciò significa che, trascorsi 28 giorni dalla somministrazione del vaccino J&J, nessuno dei 43.700 soggetti vaccinati presi in esame è stato ospedalizzato o è deceduto.
Questo è un risultato senz’altro positivo che lascia sicuramente presagire la ormai tangibile possibilità che il vaccino monodose Johnson & Johnson possa davvero essere la luce in fondo al tunnel che da tempo si attende, per scacciare l’incubo causato dalla pandemia del coronavirus.
C’è però un grande ostacolo che non si può sottovalutare. L’efficacia di questo vaccino varia sensibilmente a seconda del paese preso come riferimento. I dati non appaiono particolarmente uniformi, probabilmente anche a seconda della diffusione delle diverse varianti.
Efficacia non uniforme
La sua efficacia nel prevenire l’insorgere di malattie da gravi a lievi è pari al 66%. In America latina si è dimostrato efficace al 72%, mentre nel Sud Africa la sua efficacia è stata appena del 57%. La “debolezza” del vaccino contro la variante sudafricana è comune anche agli altri vaccini.
Anche Novavax, la cui efficacia è stata fissata al 90% nel Regno Unito, ha riscontrato una diminuzione del tasso di efficacia fino al 50% in Sud Africa. Stando alla NBC News, lo stesso discorso è da fare per quanto riguarda i vaccini Pfizer e Moderna, di fronte alla variante sudafricana.
Ciononostante, rispetto a tutti gli altri vaccini contro il COVID-19, quello Johnson & Johnson lascia sicuramente spazio a più speranze per porre fine alla pandemia del coronavirus che sconvolge la popolazione globale da ormai più di due anni.
Non a caso, il vaccino Johnson & Johnson, in virtù del suo essere monodose, ha la possibilità di essere conservato per mesi a temperature di frigo per almeno tre mesi, come un vaccino normale (tra i 2 e gli 8 gradi celsius).
Il dottore statunitense Jonathan Temte, esperto di vaccini, ripone la sua massima fiducia e ritiene che questo vaccino one-shot potrebbe essere un punto di svolta. Inoltre, il vaccino Johnson e Johnson, almeno nella maggioranza dei casi, è generalmente ben tollerato.