Tutta colpa del cambiamento climatico se a Londra le piante sono già fiorite: lo hanno notato gli esperti dell’università di Cambridge che non hanno mancato di sottolineare come l’anticipo di primavera in Gran Bretagna avrà conseguente devastanti per l’ecosistema.
Secondo il professore Ulf Büntgen, prestigioso accademico di Cambridge, i sistemi biologici saranno compromessi dalle fioriture anomale. La natura presenterà il conto salatissimo dell’effetto serra. Vediamo quali saranno le conseguenze dell’arrivo in anticipo della primavera.
Lo studio
Un gruppo di ricercatori dell’Università di Cambridge ha pubblicato uno studio dal titolo “Plants in the UK flower a month earlier under recent warming”. La ricerca è apparsa sul Proceedings of the Royal Society B e si è sviluppata tra il 1753 e il 2019 in tutta l’Inghilterra.
Gli esperti hanno analizzato quasi mezzo milione di fioriture di 500 specie di piante. Oggi i fiori sbocciano un mese prima del previsto. A condurre l’esperimento è stato il professore Ulf Buntgen, docente all’Università di Cambridge, oltre che membro del Wsl e dell’Accademia delle scienze.
I dati
Lo studio ha mostrato che i tempi del ciclo delle piante in Gran Bretagna non tornano più: c’è un mese di sfalsamento rispetto al trend naturale degli ecosistemi. L’anticipo di primavera è stato calcolato rispetto al 1986, anno considerato particolarmente felice per la natura.
Le piante fioriscono 30 giorni prima del dovuto. Se i fiori arrivano prima, le foglie cadono più tardi: è l’effetto dell’innalzamento delle temperature che fa anticipare la primavera e ritardare l’arrivo dell’autunno.
Ritardi e anticipi hanno ovviamente diretta influenza sui frutti delle piante, sul polline, sulla nascita dei semi e sul nettare, con un effetto a catena sull’intero sistema biologico. Non solo: anche gli animali sono condizionati dalle nuove tempistiche della vegetazione.
Le conseguenze
La comparsa dei fiori in un periodo dell’anno sbagliato li mette in serio pericolo, sostengono i ricercatori: se sbocciano già a gennaio, quando in Gran Bretagna ci sono neve e gelo, potrebbero non sopravvivere al clima ostile e non diventare mai frutti o semi.
La previsione degli scienziati è denominata disadattamento ecologico e avrebbe un effetto drammatico sul funzionamento e sulla produttività. Questo andamento spaventa i mercati perché coinvolge i settori dell’agricoltura e della produzione alimentare globale.
L’allarme degli esperti
A sottolineare la gravità del fenomeno non è soltanto il professore Ulf Buntgen, ma anche altri studiosi. Per il dottore John David della Royal Horticultural Society il surriscaldamento globale e il cambiamento climatico devono essere combattuti immediatamente.
Il rischio concreto è quello di vedere drasticamente diminuire sempre più la produttività delle piante. L’agricoltura, dunque, è in pericolo: se il clima dovesse ancora mutare, con primavere e autunni sempre più caldi, molte specie vegetali sarebbero destinate all’estinzione.