Le importanti risorse economiche, stanziate dal governo di Pechino, hanno permesso in breve tempo di raggiungere enormi progressi ed avanzamenti in campo tecnologico aerospaziale. Si punta soprattutto alla Stazione internazionale di ricerca lunare.
L’ultimo grande risultato raggiunto dagli scienziati cinesi è stato la realizzazione del primo simulatore lunare in miniatura. Presto verrà presentato ufficialmente alla comunità scientifica, prima di diventare operativo.
La creazione è avvenuta nei laboratori di Xuzhou, importante città della provincia dello Jiangsu. Si raggiungerà così una nuova fase più avanzata degli esperimenti di simulazione delle condizioni della superficie lunare.
Il simulatore, con all’interno una riproduzione di 60 centimetri di diametro del nostro satellite, permetterà di ridurre l’effetto della forza di gravità. Il tutto avverrà simulando in tal modo gli ambienti a ridotta gravità della superficie lunare.
Obiettivo arrivare in pianta stabile sulla Luna
Secondo quanto emerso dalle dichiarazioni rilasciate al South China Morning Post da Li Ruilin, ingegnere ricercatore a capo del progetto presso la China University of Mining and Technology, si tratta della prima struttura del suo genere in tutto il mondo.
La condizione di bassa gravità si mantiene per un periodo di tempo estremamente prolungato. Questo permetterà di testare, in una simulazione dell’ambiente lunare estremamente fedele, le attrezzature e le infrastrutture che dovranno essere inviate nelle future missioni lunari cinesi.
Lo scopo è di ridurre sensibilmente l’impatto di eventuali problemi tecnici, che fino ad oggi non era possibile identificare nei laboratori. Questo progetto di ricerca si inserisce nel più ampio programma spaziale di esplorazione lunare Chang’e, nome della dea cinese della Luna.
Molti sono stati i risultati già conseguiti negli ultimi anni. Tra i più importanti figura l’allunaggio di un rover nel 2019 con cui sono stati recuperati numerosi campioni di roccia lunare. Questi reperti sono stati essenziali anche per lo sviluppo del simulatore.
Obiettivo finale dichiarato di questo programma è l’invio di astronauti cinesi, in missione congiunta con la Russia, sul satellite per poter stabilire una base di ricerca stabile entro il 2030. La stazione lunare cino-russa ha già in programma missioni multiple nel periodo 2030-2035.
La nascita del progetto
I ricercatori a capo del progetto hanno dichiarato che l’idea di creare una camera a vuoto sfruttando la levitazione diamagnetica, per riprodurre le condizioni gravitazionali della Luna, trae origine dall’esperimento del fisico Andrew Geim, vincitore nel 2000 del satirico premio IgNobel.
Il fisico era riuscito, attraverso l’uso di un potente magnete, a far levitare in aria una rana. Il principio della levitazione diamagnetica, per la realizzazione della luna artificiale, sfrutta i piccoli campi magnetici prodotti dagli anelli di corrente degli elettroni, in movimento intorno ai nuclei atomici di qualsiasi oggetto.
Questi campi magnetici solitamente seguono un orientamento assolutamente causale che si annullano contrapponendosi tra di loro, motivo per il quale solamente alcuni oggetti possiedono un magnetismo materiale.
Tuttavia come dimostrato dall’esperimento di Geim, se si applica un potente campo magnetico esterno all’oggetto, le correnti di movimento degli elettroni non solo subiranno una modifica che gli porterà a contrapporsi ad esso, ma anche a generare una forza magnetica di repulsione.
Tale forza dev’essere sufficientemente potente da poter contrastare la forza di gravità, rendendo quindi possibile la levitazione dell’oggetto. È bene precisare che la levitazione magnetica, sebbene produca effetti simili, non deve essere confusa con l’antigravità.
In ogni caso l’applicazione della levitazione magnetica, in particolare in contesti di ricerca in ambito aerospaziale, risulta estremamente utile per poter condurre ulteriori scoperte e avanzamenti tecnologici.