Un nuovo studio ha rivelato che 4.500 anni fa in Mesopotamia venivano utilizzati ibridi di asini domestici e asini selvatici per trainare i carri da guerra. Tutto questo almeno 500 anni prima che i cavalli venissero allevati per questo scopo.
L’antico dilemma sui cosiddetti kunga, gli animali che trainavano carri da guerra, ha trovato una soluzione. Ebbene, l’analisi del Dna delle ossa di animali ritrovate in Siria ha fatto luce sul mistero.
Gli esperti hanno sottolineato di essere sempre stati a conoscenza del fatto che si trattasse di animali simili a cavalli, ma lo studio degli scheletri escludeva che fossero asini e asini selvatici siriani. Ora il mistero è stato svelato.
Grazie a questo studio si apprende che i kunga erano veloci e forti, con la particolarità di essere ibridi sterili ottenuti dall’accoppiamento di un maschio di asino selvatico siriano e una femmina di asino domestico.
I testi antichi parlavano dei kunga come di animali di grande pregio e piuttosto costosi, anche per via del processo di riproduzione quantomeno complesso. La sterilità del kunga infatti imponeva la cattura di un asino selvatico maschio, da fare accoppiare ad una femmina di asino addomesticato.
Un’operazione tutt’altro che semplice, considerando che gli asini selvatici erano in grado di correre ad altissima velocità, più forte degli asini e addirittura dei kunga. Inoltre, era estremamente difficile domarli.
Di fatto, si può affermare che i mesopotamici abbiano bioingegnerizzato questi ibridi. L’operazione doveva essere fatta per ogni kunga prodotto elevando in maniera esponenziale il suo valore.
Il mistero dei Kunga
L’ipotesi che si potesse trattare di un asino ibrido era stata formulata dagli archeologi, che però ignoravano l’equide con cui era stato ibridato. Si riteneva per esempio che per produrre kunga gli asini selvatici siriani fossero troppo piccoli.
L’ultimo asino selvatico siriano morì nello zoo di Vienna – il più antico del mondo – nel 1927, e adesso la specie è da considerarsi estinta. Nel museo di storia naturale della capitale austriaca sono ora conservati i suoi resti.
I ricercatori hanno messo a confronto il genoma delle ossa dell’ultimo asino selvatico siriano dello zoo di Vienna con quello delle ossa di un asino selvatico vissuto 11mila anni fa. Le grandi differenze emerse sono state oggetto dello studio.
Ebbene, si è scoperto che entrambi gli animali appartenevano alla stessa specie. Tuttavia, l’antico asino selvatico era decisamente più grande. È probabile quindi che rispetto all’antichità l’asino selvatico siriano fosse diventato molto più piccolo.
Dai Sumeri agli Assiri, ecco i popoli che hanno allevato i Kunga
Gli studiosi sono convinti che i primi ad allevare kunga siano stati i Sumeri: stiamo parlando di un’epoca precedente al 2500 a.C., quindi almeno 500 anni prima dell’introduzione dei cavalli addomesticati.
In seguito, anche gli Assiri continuarono ad allevare e vendere kunga, come dimostra un pannello di pietra conservato al British Museum sul quale è raffigurato un asino selvatico catturato da due uomini.
Secondo gli archeologi, i kunga potevano raggiungere una velocità superiore a quella dei cavalli, quindi si è continuato ad utilizzarli per trainare i carri da guerra anche dopo. I cavalli domestici però erano nettamente più facili da allevare, ed è questo il motivo della scomparsa dei kunga.