La terra trema ancora una volta nel bacino del Mar Mediterraneo, colpendo la costa orientale di Creta, importante isola dell’arcipelago greco.
La prima scossa era stata avvertita il 27 settembre scorso, mentre l’ultimo terremoto è stato registrato dall’Osservatorio Nazionale di Atene (NOA) alle ore 09:24 UTC del 12 ottobre 2021. L’epicentro è stato localizzato a circa 600 m (0.3 miglia) SSE di Palekastro (popolazione 1.094), 51 km (31 miglia) SE di Sitia (popolazione 8 700) e 124 km (77 miglia) ESE di Irakleion (popolazione 137.000) , Grecia.
La scossa di terremoto, breve ma violenta, è stata avvertita da molti abitanti, i quali hanno riferito di aver sentito tremori forti, mentre altre persone hanno detto di aver avvertito soltanto lievemente i movimenti tellurici.
L’USGS (United States Geological Survey), che è l’Istituto Geologico degli Stati Uniti d’America, ha emesso un avviso di colore verde per quanto riguarda i decessi relativi al terremoto e giallo relativamente alle perdite economiche, che sono state stimate con valori inferiori all’1% del PIL della Grecia.
Si tenga presente che le abitazioni in questa zona sono in gran parte vulnerabili, presentando delle strutture in mattoni non armati e il telaio in calcestruzzo non duttile, mentre soltanto pochi edifici, costruiti in epoche recenti, rispondono a criteri strutturali antisismici. A tal proposito, dalle verifiche effettuate dopo il sisma del 27 settembre scorso, sono risultate inabitabili circa 4.000 case nell’isola di Creta.
Infatti, nei giorni successivi all’evento sismico del 27 settembre, gli esperti del Ministero delle Infrastrutture della Grecia, avevano censito un totale di 8.540 edifici: 7.015 residenze, di cui 3.906 (pari al 56%), sono stati dichiarati inagibili. Lo stesso problema di inagibilità si è registrato anche per i locali commerciali e per i capannoni e i fabbricati agricoli ispezionati dai tecnici.
Infine, a causa di questa scossa di terremoto e di altre scosse precedenti avvenute in tempi recenti, l’area ha subito anche numerosi danni al territorio circostante, causati da frane e smottamenti del terreno, provocando ulteriori perdite economiche.