L’essere umano è stato sempre ossessionato dal desiderio di andare alla scoperta dell’ignoto. Terminata l’epoca delle esplorazioni terrestri, abbiamo iniziato ad uscire dai confini del nostro pianeta per esplorare i pianeti confinanti.
Uno dei quesiti irrisolti e che ci si pone, è se sia possibile la sopravvivenza o la creazione di nuove forme di vita su altri pianeti al di fuori della Terra.
In particolare, grande interesse ha suscitato Marte, detto anche pianeta rosso, per via dell’aspetto che assume osservandolo ai telescopi.
La vita per poter nascere ha bisogno di alcuni ingredienti fondamentali. C’è bisogno di una sorgente energetica che inneschi dei processi biochimici, nel nostro caso il Sole, anche se nei fondali marini i raggi solari non raggiungono le forme di vita che però si sono adattate, sfruttando fonti di energia alternative. Grazie, infatti, alla presenza di alcuni venti idrotermali, le reazioni biochimiche verrebbero innescate anche nelle grandi profondità marine, contribuendo alla nascita e alla sopravvivenza di alcune forme di vita. Si tratta di una sorta di adattamento ambientale. Facendo leva su questo postulato, alcuni ricercatori sostengono che su Marte ci sia la possibilità che alcune forme alternative di energia favoriscano reazioni chimiche fondamentali per il sostentamento di batteri primordiali.
Oltre all’energia, un altro elemento fondamentale per il sostentamento di una qualche forma di vita, è la presenza di acqua o altro fluido primordiale, nel quale le reazioni possano avvenire.
Non sono stati riscontrati, almeno attualmente, fonti d’acqua sulla superficie del pianeta rosso. Gli studiosi, però, ipotizzano l’esistenza di molecole d’acqua cristallizzate nelle rocce marziane.
Questa ipotesi è tutt’ora sotto approfondito studio. Quello che porta i ricercatori a sostenerla, risale al fatto che fenomeni simili sono presenti anche sul Pianeta Terra.
Nei fondali marini o in alcune caverne internate, molecole d’acqua cristallizzata danno la possibilità di innescare processi di Radiolisi, che portano allo smantellamento di tali molecole e alla creazione di molecole singole di idrogeno e ossigeno, che reagendo con materiali in loco come la Pirite, portano alla formazione di solfati.
I solfati, sono importantissimi per il mantenimento di tale ipotesi, in quanto molti batteri esistenti sul nostro pianeta si mantengono in vita nutrendosi di tali elementi.
In conclusione, l’ipotesi degli scienziati è che su Marte possano esserci tutti gli elementi che favoriscano la presenza di forme di vita primordiali, non tanto in superficie, quanto sotto ciò che è osservabile dall’esterno.