Il vulcanismo è un fenomeno affascinante e complesso che si verifica su diversi pianeti del nostro sistema solare, tra cui Venere. Questo pianeta, spesso definito il “gemello” della Terra, è caratterizzato da una superficie ricca di strutture vulcaniche, alcune delle quali potrebbero essere ancora attive. Per studiare questi vulcani venusiani, un team internazionale di ricercatori, guidato dall’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), ha proposto di utilizzare il vulcano Etna come analogo terrestre.
Uno dei vulcani più intriganti di Venere è Idunn Mons, che si ritiene sia stato attivo in tempi geologici recenti. Grazie ai dati raccolti dalla sonda Magellano e dalla sonda Venus Express, gli scienziati hanno potuto osservare modelli di calore che suggeriscono la presenza di attività vulcanica. Tuttavia, per comprendere meglio le caratteristiche di questo vulcano, è necessario un confronto con strutture simili sulla Terra.
L’Etna, uno dei vulcani attivi più monitorati al mondo, si presenta come il candidato ideale per questo tipo di studi. La sua accessibilità e la possibilità di effettuare osservazioni in-situ rendono il vulcano siciliano un laboratorio naturale a cielo aperto per i geologi. Inoltre, i campioni di lava prelevati dall’Etna possono essere comparati con quelli che verranno raccolti in futuro su Venere, fornendo dati preziosi per definire il livello di similarità tra i vulcani dei due pianeti.
Le future missioni spaziali, come la NASA Veritas e Davinci, la missione ESA EnVision e la missione ISRO Shukrayaan-1, hanno come obiettivo lo studio approfondito di Venere. In questo contesto, l’Etna potrebbe svolgere un ruolo fondamentale, fungendo da area di test per le operazioni di perforazione del suolo che verranno effettuate dai lander sul pianeta venusiano.
La ricerca condotta dal team internazionale ha evidenziato che sia Idunn Mons che l’Etna interagiscono con una zona di rift e presentano strutture vulcaniche di piccole dimensioni morfologicamente simili. Questa comparazione ha permesso di individuare possibili evidenze di vulcanismo attivo su Venere, aprendo nuove prospettive per la comprensione del vulcanismo venusiano.
La presenza su Venere di strutture vulcaniche simili ai coni di cenere terrestri, tipici di un vulcanismo esplosivo, solleva interrogativi sulla possibilità che anche su Venere possano verificarsi episodi di vulcanismo esplosivo. Le future missioni spaziali potrebbero confermare questa ipotesi, rivoluzionando la visione attuale del vulcanismo venusiano.
In conclusione, lo studio dell’Etna e la sua comparazione con Idunn Mons rappresentano un passo importante nella ricerca vulcanologica planetaria. La collaborazione multidisciplinare tra astrofisici e vulcanologi dell’Osservatorio Etneo dell’INGV ha aperto nuovi orizzonti nella comprensione dei misteri del vulcanismo di Venere. Il progetto Avengers, guidato dall’INAF, continuerà a selezionare e studiare vulcani attivi sulla Terra che possano fungere da analoghi per Venere, contribuendo così a svelare i segreti di questo affascinante pianeta.