In Alaska alcuni scienziati hanno fatto una scoperta eccezionale scavando un tunnel in profondità nella tundra. Sotto il ghiaccio hanno rilevato un reale pericolo per gli abitanti del luogo, addirittura un serio pericolo per la Terra intera.
Già negli anni ’60 del Novecento, alcuni ricercatori dell’esercito degli U.S.A. durante alcuni scavi effettuati nei pressi di Fairbanks per studiare il permafrost (lo spesso strato di ghiaccio che ricopre la quasi totalità del territorio dell’Alaska) notarono qualcosa di anomalo.
Il permafrost è composto da sostanze quali ghiaia, sabbia e terra, a causa delle bassissime temperature presenti in quelle zone si tratta di sostanze permanentemente ghiacciate. Non solo, il permafrost è presente anche sotto le superfici marine, negli abissi degli oceani, laddove ovviamente le temperature sono talmente basse da consentirlo. Le zone della Terra dove è presente il permafrost sono l’Europa orientale, la Russia, la Cina, la Groenlandia e l’Alaska. Anche se queste sezioni ghiacciate possono essere relativamente poco profonde, in alcune aree possono estendersi per più di 1 km.
Il problema che è emerso da recenti studi effettuati da eminenti scienziati è relativo allo scioglimento del permafrost, provocato dall’innalzamento delle temperature.
Le particelle di carbonio presenti all’interno degli strati di ghiaccio, entrando in contatto con l’atmosfera, produrrebbero gas nocivi per l’ambiente e contribuirebbero all’aumento dell’inquinamento globale. Il disgelo del permafrost, per darvi un’idea, è in grado di produrre una quantità di gas serra quanto l’intero Giappone. In tal modo, il volume di carbonio rilasciato continuerà a crescere superando anche le quantità di emissione degli Stati Uniti.
Lo scenario che ne consegue è allarmante, si prevede che nei prossimi cento anni le temperature del pianeta potrebbero subire variazioni al rialzo allarmanti e l’Alaska – che fino al 2017 risultava essere il maggior assorbitore di anidride carbonica – dal 2018 è diventato un produttore di questo gas con conseguenze negative sull’ambiente. Lo studio rivela che la situazione è destinata a peggiorare nei prossimi anni.
In Alaska, giusto per citarvi un esempio, l’innalzamento delle temperature ha provocato un processo irreversibile di scioglimento del permafrost che ha modificato la struttura dell’ambiente circostante. Dove sorgevano aree coperte di vegetazione, adesso vi sono zone invase dall’acqua di fusione che hanno dato vita a nuovi laghi, mentre dove non vi erano piante adesso la vegetazione si sta infittendo grazie allo scongelamento del terreno.