L’evento geomagnetico che ha cambiato la storia umana
Circa 41.000 anni fa, il campo magnetico terrestre subì una drammatica alterazione nota come evento di Laschamp, un fenomeno durante il quale i poli magnetici della Terra si invertirono temporaneamente. Questa inversione provocò una drastica riduzione della protezione magnetica planetaria, lasciando la Terra esposta a una maggiore radiazione cosmica e ultravioletta (UV).
Secondo un modello globale dettagliato elaborato da un team di geoscienziati e antropologi dell’Università del Michigan, il campo magnetico terrestre precipitò fino a raggiungere solo il 10% della sua intensità attuale, causando uno spostamento dei poli: il Polo Sud si diresse verso Australia e Nuova Zelanda, mentre il Polo Nord migrò verso l’Eurasia occidentale, attraversando Nord Africa e il Sahara nord-occidentale.
Aurore globali e radiazioni estreme
Questo spostamento produsse aurore boreali e australi su scala planetaria, fenomeni normalmente limitati alle regioni polari. In presenza di un campo magnetico indebolito, le particelle cariche provenienti dal Sole penetrarono più a fondo nell’atmosfera terrestre, danneggiando lo strato di ozono e lasciando passare raggi UV più intensi e pericolosi.
Secondo quanto evidenziato nello studio pubblicato su Science Advances, l’impatto di questa esposizione aumentata potrebbe aver avuto conseguenze evolutive e culturali fondamentali per l’Homo sapiens e i Neanderthal.
L’ocra come barriera protettiva naturale
Una delle ipotesi più affascinanti sollevate dallo studio è che l’uso sempre più diffuso di ocra rossa da parte degli esseri umani preistorici potrebbe non essere stato solo decorativo o rituale, ma funzionale: un rudimentale ma efficace filtro solare.
Studi sperimentali recenti confermano che l’ocra, un minerale ricco di ossido di ferro, può bloccare radiazioni UV in modo simile alle moderne creme solari. Oggi popolazioni come gli Himba della Namibia e alcuni gruppi aborigeni australiani continuano ad applicare ocra sulla pelle per proteggersi dal sole.
Cambiamenti comportamentali e sopravvivenza
Il periodo corrispondente all’evento di Laschamp mostra un incremento di comportamenti adattativi nei reperti archeologici: maggiore produzione di abiti, più strumenti per la lavorazione di tessuti, intensificazione dell’arte rupestre e uso frequente di pigmenti ocra.
Questo comportamento potrebbe rappresentare una risposta diretta all’ambiente ostile generato dal crollo del campo magnetico terrestre. Secondo i ricercatori, questi adattamenti potrebbero aver favorito la sopravvivenza dell’Homo sapiens, a scapito di altre specie umane come i Neanderthal, la cui scomparsa si verifica in gran parte nello stesso intervallo temporale.
Riscoprire le capacità dei nostri antichi cugini
Benché storicamente si sia sottovalutata l’intelligenza e la flessibilità culturale dei Neanderthal, alcune evidenze recenti suggeriscono che anch’essi fabbricavano abiti, usavano pigmenti e creavano arte. Il loro livello di sofisticazione tecnologica potrebbe non aver raggiunto quello dell’Homo sapiens, ma è probabile che tentassero anch’essi di adattarsi alle sfide ambientali del periodo.
Come sottolineato da archeologi e antropologi contemporanei, semplificare l’estinzione dei Neanderthal come semplice conseguenza dell’inversione magnetica ignora la complessità ecologica e sociale in cui vivevano.
Fonte dello studio:
Pubblicazione ufficiale su Science Advances, in collaborazione con l’Università del Michigan e altri istituti internazionali.
Fonti autorevoli che ne hanno parlato:
National Geographic, Science Alert, Nature, Sapiens.org, Smithsonian Magazine.