Una magnetar misteriosa ai confini della Via Lattea
Una straordinaria scoperta astronomica ha messo in dubbio le teorie tradizionali sull’origine delle magnetar, le stelle di neutroni con il campo magnetico più intenso dell’intero Universo conosciuto. L’oggetto al centro di questo enigma è SGR 0501+4516, localizzato nei pressi della periferia della Via Lattea, un’area già nota per ospitare fenomeni astrofisici estremi.
Le magnetar sono una rara sottoclasse di stelle di neutroni, corpi ultradensi che nascono solitamente da supernovae da collasso del nucleo, ovvero dall’esplosione di stelle massicce. Queste stelle, esaurito il combustibile nucleare, collassano sotto il proprio peso, generando un’esplosione catastrofica che lascia dietro di sé un nucleo incredibilmente compatto. Fino ad oggi, gli scienziati ritenevano che tutte le magnetar avessero questa origine. Ma SGR 0501+4516 sta cambiando le carte in tavola.
Le osservazioni rivoluzionarie di Hubble e Gaia
Combinando i dati forniti dal telescopio spaziale Hubble e dalla missione Gaia dell’Agenzia Spaziale Europea, un team di ricerca guidato dall’astronomo Ashley Chrimes ha analizzato con precisione millimetrica il moto proprio e la velocità angolare della magnetar. I risultati, pubblicati su Astronomy & Astrophysics, hanno rivelato un’informazione sorprendente: SGR 0501+4516 non può essere collegata al resto di supernova HB9, che si trova nelle sue immediate vicinanze.
Questo dato è fondamentale, poiché l’assenza di un legame diretto con un’esplosione supernova contraddice la teoria principale sulla genesi delle magnetar. Inoltre, non sono stati rilevati altri resti di supernova compatibili nelle vicinanze, ampliando il mistero.
Nuove ipotesi sull’origine di SGR 0501+4516
Le ipotesi che emergono da questa indagine sono due. La prima suggerisce che la magnetar potrebbe essere molto più antica di quanto si pensasse, tanto da aver visto svanire completamente le tracce del suo evento di nascita. Tuttavia, ciò cozza con il concetto che le magnetar rappresentino una fase transitoria e breve nella vita delle stelle di neutroni, destinata a durare solo poche decine di migliaia di anni.
La seconda ipotesi, più radicale ma supportata dai dati, propone un’origine non da collasso del nucleo, ma da fusione. Questo scenario potrebbe coinvolgere la collisione tra due stelle di neutroni a bassa massa, oppure un processo ancora più insolito: il collasso di una nana bianca. In casi eccezionali, una nana bianca — normalmente destinata a esplodere — potrebbe invece collassare in una stella di neutroni senza passare per una supernova visibile.
Implicazioni per l’astrofisica moderna
Se questa nuova ipotesi venisse confermata, cambierebbe radicalmente il paradigma attuale, indicando che non tutte le magnetar nascono da supernovae. Questo implicherebbe la necessità di rivedere i tassi di nascita stimati per le magnetar e aprirebbe nuove strade per comprendere fenomeni cosmici estremamente energetici, come i lampi gamma, le supernovae superluminosi e i fast radio burst (FRB).
L’interesse per queste scoperte è altissimo: SGR 0501+4516 diventa così il miglior candidato nella nostra galassia per uno scenario di formazione alternativo, offrendo agli astronomi una preziosa opportunità per esplorare i meccanismi più estremi dell’evoluzione stellare.
Fonti autorevoli: NASA, ESA, Nature Astronomy, Astronomy & Astrophysics.