Una meraviglia naturale tra le acque cristalline dell’Arabia Saudita
Una colonia di corallo Pavona clavus dalle dimensioni eccezionali, pari a circa 30 metri per 21 metri, è stata individuata lungo la costa nord-occidentale dell’Arabia Saudita, in un tratto del Mar Rosso oggetto di intensi sviluppi per la creazione di resort turistici di lusso. Secondo i biologi marini, si tratta probabilmente del più grande esemplare di questo genere mai osservato in quest’area.
La scoperta è stata effettuata in un contesto ambientale straordinario, in una regione marina che, pur soggetta a pressioni antropiche crescenti, continua a svelare meraviglie della biodiversità marina. La barriera ospita una vasta aggregazione del genere Pavona, composto da microscopici polipi, organismi coloniali capaci di costruire massicce strutture carbonatiche nel corso di decenni o persino secoli.
Pavona clavus: il gigante silenzioso del reef
Il corallo identificato, Pavona clavus, è noto per la sua resistenza alle condizioni estreme, tra cui temperature elevate e alti livelli di salinità. Questo lo rende una delle specie più resilienti all’interno delle barriere coralline del Mar Rosso, un ecosistema già considerato tra i più antichi e stabili del Pianeta, secondo quanto riportato anche dalla rivista scientifica Nature e da studi del Red Sea Research Center.
Questa colonia monumentale è emersa come una testimonianza vivente della longevità e stabilità ecologica che ancora caratterizzano alcuni tratti del Mar Rosso, nonostante le continue modifiche legate allo sviluppo costiero e al turismo. La sua posizione, in prossimità di un’area designata per l’espansione di complessi alberghieri di fascia alta, ha sollevato l’attenzione di ambientalisti e ricercatori internazionali, che richiedono maggiore attenzione verso le infrastrutture turistiche sostenibili.
Il Mar Rosso come laboratorio naturale della resilienza marina
Il Mar Rosso è spesso definito un laboratorio naturale per lo studio degli effetti dei cambiamenti climatici sugli ecosistemi marini. Le barriere coralline qui presenti, inclusa questa nuova scoperta, offrono uno scenario unico per monitorare la resilienza biologica in un ambiente che sperimenta naturalmente condizioni estreme. In particolare, questa colonia offre spunti per studiare l’adattabilità dei coralli in un’epoca di riscaldamento globale e acidificazione degli oceani.
I ricercatori coinvolti nel progetto hanno affermato che ulteriori rilievi sottomarini e analisi genetiche saranno fondamentali per confermare l’identificazione della specie e comprendere meglio la struttura interna e l’età della colonia. La presenza di un ecosistema così intatto e vasto rappresenta un’opportunità scientifica e una responsabilità ambientale di primo piano.