La seta: un antico segreto tra leggende e archeologia
La seta, da sempre avvolta da un’aura di mistero e nobiltà, affonda le sue radici nella Cina del 2700 a.C., dove secondo una leggenda fu scoperta accidentalmente da una imperatrice mentre sorseggiava tè sotto un gelso. Le scoperte archeologiche a Jiahu, con filamenti risalenti a 8.500 anni fa, suggeriscono che già allora l’uomo potesse utilizzare la seta selvatica. Non solo un materiale di lusso, ma una tecnologia naturale che avrebbe trovato nei secoli successivi applicazioni ben più profonde.
Il baco da seta Bombyx mori: il motore della bioproduzione
Tra tutte le creature capaci di filare seta, è il Bombyx mori, addomesticato e nutrito con foglie di gelso, ad aver dominato la produzione globale. Le sue fibre, composte da fibroina (il cuore strutturale) e sericina (il rivestimento adesivo), vengono lavorate per ottenere una fibra continua lunga fino a 1.500 metri. Il processo di rimozione della sericina rende il materiale biocompatibile e perfetto per applicazioni mediche, grazie alla sua resistenza, biodegradabilità e inattivabilità immunologica.
La seta nella medicina dell’antichità: da Galeno a Lister
Nell’antica Grecia e a Roma, la seta veniva impiegata per fasciare le ferite o come sutura chirurgica, sfruttando la sua resistenza alla trazione. Il celebre medico Galen ne parlò già nel II secolo, mentre nel Cinquecento Ambroise Paré ne fece uno strumento chirurgico fondamentale. Il chirurgo britannico Joseph Lister, nel XIX secolo, portò la seta nella medicina moderna introducendo suture sterili trattate con acido carbolico.
David Kaplan e la rivoluzione biomedica della seta
All’università di Tufts, David Kaplan ha guidato una trasformazione epocale, reinventando la seta come biomateriale multifunzionale. Il suo laboratorio, il Kaplan Lab, è un centro di ricerca d’avanguardia dove la seta viene trasformata in gel, fogli, impalcature tridimensionali e inchiostri biocompatibili. Rimuovendo la sericina e sciogliendo la fibroina in acqua, Kaplan ha aperto le porte a una nuova era della medicina rigenerativa.
Impianti, cornee e tessuti umani ricostruiti in seta
Con la collaborazione di Fiorenzo Omenetto, Kaplan ha realizzato una cornea artificiale di seta capace di sostenere la crescita cellulare e garantire la trasparenza ottica. Le impalcature tridimensionali create al Kaplan Lab favoriscono la rigenerazione di ossa, pelle, cartilagini e legamenti, adattandosi alla morfologia del corpo e degradandosi secondo i parametri desiderati. La densità, la resistenza e la forma sono interamente modulabili.
Dispositivi innovativi: dalla voce ai vaccini
SilkVoice, un impianto iniettabile approvato nel 2018 dalla FDA, sfrutta la seta per restaurare la funzionalità delle corde vocali. Un altro prodotto d’eccellenza è MIMIX, un cerotto vaccinale con microneedles biodegradabili che rilasciano il vaccino nel tempo, riducendo effetti collaterali e aumentando l’efficacia immunitaria. La seta, infatti, conserva anche sangue e vaccini per mesi, proteggendoli dalla degradazione.
La chimica discreta della seta: forza silenziosa dentro il corpo
La fibroina non scatena reazioni immunitarie. Rimane invisibile al sistema immunitario mentre si degrada lentamente, portando antibiotici o farmaci stabilizzati direttamente dove servono. Alcuni impianti progettati al Kaplan Lab si dissolvono nel corpo in una settimana o un anno, in base alla formula scelta. Una versatilità che trasforma la seta in un materiale terapeutico di precisione.
Una storia tessuta con continuità millenaria
La seta, oggi come allora, rimane il frutto di un sistema biologico ottimizzato in migliaia di anni di domesticazione. Come sottolinea Chris Holland dell’Università di Sheffield, ogni parte del corpo umano è stata, almeno nella ricerca, ricreata con la seta. Questo filo antico continua a intrecciarsi con il futuro della medicina, cucendo insieme tecnologia, natura e storia.