La scoperta di Thorin nella Grotta Mandrin
Nel sud della Francia, all’interno della suggestiva Grotta Mandrin, un’équipe di archeologi ha riportato alla luce i resti fossili di Thorin, un esemplare maschile di Neanderthal vissuto tra 42.000 e 52.000 anni fa. La scoperta, pubblicata nel 2024 sulla rivista Cell Genomics, evidenzia l’esistenza di un piccolo gruppo di Neanderthal geneticamente isolati, tra gli ultimi sopravvissuti di questa specie ormai estinta. I reperti – tra cui 30 denti e frammenti ossei – indicano che Thorin fu sepolto proprio all’ingresso della caverna, in una zona che ha restituito quattro distinti strati archeologici, ognuno appartenente a un’epoca diversa.
Un ambiente glaciale e popolato da bestie preistoriche
Secondo Ludovic Slimak, archeologo di fama e autore de Il Neanderthal Nudo, l’ambiente in cui visse Thorin era estremamente rigido, dominato da un clima artico e da una fauna preistorica che includeva rinoceronti lanosi, mammut, bisonti e alci irlandesi. Questo contesto geoclimatico ha contribuito a creare comunità chiuse, capaci di sopravvivere per millenni in condizioni ostili.
Isolamento genetico e l’enigma delle sepolture
I Neanderthal della Grotta Mandrin rappresentano un caso unico di isolamento genetico durato quasi 50.000 anni. Il DNA di Thorin dimostra nessuna commistione con Homo sapiens, un dato sorprendente considerando che è noto come Neanderthal e umani abbiano spesso incrociato i propri patrimoni genetici. Ad oggi, tra l’1% e il 4% del DNA umano moderno è attribuito ai Neanderthal.
Non è ancora chiaro se questa popolazione praticasse regolarmente rituali funerari. Il fatto che Thorin fosse sepolto all’ingresso della caverna potrebbe indicare un gesto deliberato, ma i dati sono ancora inconcludenti.
Homo sapiens: mobilità e connessioni sociali
Il gruppo a cui apparteneva Thorin è stato messo a confronto con la cosiddetta “terza ondata” di Homo sapiens proveniente dall’Africa. Questi ultimi erano più mobili, tendevano a stabilire reti sociali complesse e a diffondere la loro cultura su ampie aree geografiche, dalla Spagna fino all’Italia e alla Francia. Secondo Slimak, questa strategia sociale espansiva potrebbe spiegare la sopravvivenza degli Homo sapiens e l’estinzione dei Neanderthal.
Una vita confinata tra le sponde del Rodano
L’analisi delle selci lavorate e degli isotopi dell’acqua consumata mostra che il gruppo di Thorin non si avventurava al di là del fiume Rodano, nonostante fosse congelato per gran parte dell’anno e teoricamente facile da attraversare. Questo ulteriore segnale di isolamento geografico si riflette in una cultura che, sebbene evoluta, non condivideva la stessa propensione all’espansione tipica dei sapiens.
Un destino segnato dall’isolamento
Thorin rappresenta una delle ultime testimonianze viventi del mondo neanderthaliano. La sua esistenza, come quella del suo gruppo, si spegne lentamente in un angolo remoto dell’Eurasia, senza lasciare eredi diretti. In contrasto con la visione collettiva, adattabile e interconnessa degli Homo sapiens, la vita dei Neanderthal appare come un eco isolato di una civiltà destinata a scomparire.