Il linguaggio come specchio della cultura: cosa rivelano le parole
Le lingue non sono semplici mezzi di comunicazione, ma vere e proprie finestre sulle esperienze quotidiane dei popoli che le parlano. Ogni idioma mette in luce aspetti della realtà considerati significativi da chi lo utilizza. Questo è evidente nel modo in cui il mongolo abbonda di termini per i cavalli, il giapponese per i sapori, e il maori per le felci. Anche legami più prevedibili emergono: il tedesco presenta un vocabolario ricco legato alla birra, il figiano ai pesci, e lo svizzero tedesco ai paesaggi alpini, come analizzato dal linguista Paul Zinsli.
Un approccio computazionale per esplorare il lessico globale
Un team di ricercatori ha recentemente condotto uno studio massiccio che ha coinvolto 616 lingue e 1574 dizionari bilingue, utilizzando strumenti computazionali per esaminare 163 associazioni tra concetti culturali e linguaggi. I risultati, accessibili tramite uno strumento interattivo, offrono una nuova prospettiva sulla relazione tra linguaggio e ambiente. Il metodo si è basato sull’analisi della frequenza delle parole nei dizionari, fornendo indizi su quali concetti siano centrali in ogni lingua.
Il mito delle parole inuit per la neve trova conferma
Uno degli obiettivi principali era verificare l’antica affermazione secondo cui le lingue inuit possiedono numerose parole per “neve”. Una tesi che, per anni, è stata etichettata come una bufala linguistica. Eppure, l’analisi ha dimostrato che non solo l’Inuktitut canadese orientale è in cima alla classifica per numero di termini legati alla neve, ma anche l’Inuktitut canadese occidentale e l’Inupiatun dell’Alaska settentrionale mostrano una ricchezza lessicale simile.
Nel dizionario Inuktitut analizzato, troviamo termini come kikalukpok, che descrive il “camminare rumorosamente sulla neve compatta”, o apingaut, che indica la “prima nevicata”. Anche lo scozzese si distingue con parole come doon-lay (nevicata intensa), feughter (neve leggera e improvvisa) e fuddum (neve intermittente).
Concetti chiave legati alla sopravvivenza e alla cultura
Curiosamente, le lingue con il maggior numero di parole per pioggia non appartengono necessariamente a regioni molto piovose. Le lingue del Sud Africa, come Nyanja, East Taa e Shona, si caratterizzano per una vasta gamma di termini legati alla precipitazione, a testimonianza della sua importanza vitale anche in ambienti secchi. Il lessico East Taa include espressioni rituali come lábe ||núu-bâ, una forma di preghiera al tuono, e |qába, un rituale per invocare la pioggia.
Anche il concetto di odore ha trovato un terreno fertile tra le lingue oceaniche, in particolare nel marshalese, che distingue odori come jatbo (vestiti umidi), meļļā (sangue) e aelel (pesce persistente sulla pelle).
Quando il vocabolario riflette emozioni e doveri
Il giapponese, già noto per termini raffinati legati al gusto come umami, si distingue anche per il lessico legato all’obbligo e al dovere. Allo stesso modo, l’hindi mostra una particolare densità di parole legate al sentimento amoroso, suggerendo un’interconnessione tra espressione linguistica e vissuto culturale.
Avvertenze sull’uso dei dati
Nonostante le scoperte affascinanti, gli autori dello studio raccomandano prudenza nell’interpretare i risultati. Alcuni conteggi possono essere alterati da frasi di esempio nei dizionari, e i dati raccolti non sono sempre indicativi della frequenza d’uso nella vita reale. Inoltre, il rischio di rafforzare stereotipi culturali è presente qualora si considerassero i risultati come verità assolute.
Lo strumento interattivo sviluppato dagli autori rimane, tuttavia, un’innovativa finestra sul modo in cui le diverse culture percepiscono e descrivono il mondo attraverso la lingua, offrendo una panoramica comparativa inedita sulla diversità linguistica globale.
Fonti autorevoli: Nature Human Behaviour, The Conversation, BBC Future, Ethnologue.