Filmato per la prima volta un esemplare vivo di Mesonychoteuthis hamiltoni
Per la prima volta in assoluto, un calamaro colossale è stato ripreso vivo nel suo habitat naturale, un evento che segna una svolta storica nella biologia marina. Il raro incontro è avvenuto il 9 marzo 2025 nelle acque profonde dell’Oceano Atlantico Meridionale, precisamente a circa 600 metri di profondità vicino alle Isole Sandwich Australi. L’evento è stato documentato dalla nave da ricerca Falkor dell’Istituto Schmidt Ocean, grazie all’utilizzo di un ROV (veicolo telecomandato).
Il giovane calamaro, lungo circa 30 centimetri, è stato identificato come un esemplare della specie Mesonychoteuthis hamiltoni, meglio nota come calamaro colossale, una delle creature più enigmatiche del pianeta.
L’identificazione e il contributo della comunità scientifica
L’esemplare è stato confermato grazie all’analisi di caratteristiche anatomiche distintive, come la presenza di uncini al centro dei tentacoli, segno identificativo del calamaro colossale. Questo dettaglio ha permesso a esperti come la dottoressa Kat Bolstad dell’Università di Tecnologia di Auckland e il dottor Aaron Evans di identificarlo con certezza, evitando i dubbi che avevano circondato un precedente avvistamento nel 2023.
La dottoressa Michelle Taylor dell’Università di Essex, a capo della spedizione in collaborazione con Nippon Foundation e Nekton Ocean Census, ha sottolineato come questa impresa sia stata possibile grazie alla telepresenza scientifica globale e alla collaborazione in tempo reale con la rete Ocean Census.
Una scoperta rara e simbolica
Questo calamaro colossale giovanile, ancora trasparente, conferma la teoria secondo cui questi cefalopodi si scuriscono con l’età. L’adulto può raggiungere 7 metri di lunghezza e 500 chilogrammi di peso, rendendolo l’invertebrato più pesante al mondo. A confronto, il più famoso calamaro gigante (Architeuthis dux) è sì più lungo, ma sensibilmente più leggero.
Il filmato arriva esattamente 100 anni dopo la prima identificazione scientifica della specie, avvenuta nel 1925 grazie al ritrovamento di resti nei capodogli vicino alle Isole Shetland, analizzati poi al British Museum.
Un nuovo sguardo sul mondo abissale
Questo evento segna una svolta nella nostra comprensione della biodiversità marina. Come evidenziato dagli scienziati coinvolti, il video mostra un animale bello e misterioso, lontano dalle narrazioni sensazionalistiche. È un simbolo della ricchezza ancora inesplorata degli oceani, e dimostra quanto la scienza moderna, sostenuta da tecnologie avanzate e collaborazione internazionale, sia ora più che mai vicina a svelare i segreti delle profondità marine.
Fonti: BBC, Nature, Schmidt Ocean Institute, Ocean Census, University of Auckland, University of Essex.