Il test sit-to-stand: uno strumento semplice per capire come stai invecchiando
La capacità di muoversi liberamente è un indicatore chiave dell’autonomia personale, specialmente con l’avanzare dell’età. Un test facile da fare in casa, chiamato sit-to-stand, permette di valutare lo stato di salute dei muscoli degli arti inferiori, offrendo indicazioni preziose sulla mobilità e sul benessere generale.
Come si esegue il test sit-to-stand
Per eseguire il test serve solo una sedia stabile con schienale dritto e priva di braccioli, insieme a un cronometro. L’esercizio consiste nel sedersi e alzarsi il maggior numero di volte possibile in 30 secondi, mantenendo schiena dritta e piedi ben piantati a terra.
Esistono anche variazioni cliniche, in cui si misura il tempo necessario per eseguire un numero prefissato di ripetizioni o si valutano movimenti più complessi, come alzarsi dal pavimento. Questi esercizi coinvolgono l’attivazione muscolare di gambe, glutei e core, e sono fondamentali per comprendere il grado di autonomia funzionale.
Una valutazione riconosciuta nella pratica clinica
Secondo l’osteopata Dean Garland, con base a Londra, il test sit-to-stand è “una valutazione ampiamente riconosciuta per misurare forza e stabilità del corpo inferiore”, utilizzata da fisioterapisti e terapisti occupazionali. Il test, sviluppato negli anni ’90, è oggi una costante nella pratica clinica riabilitativa, adattabile anche per programmi di esercizio personalizzati.
Il test può essere quantificato su scala da 1 a 10 e utilizzato per monitorare i progressi riabilitativi nel tempo.
I valori di riferimento per età
Secondo i dati forniti dai Centers for Disease Control and Prevention (CDC), una persona tra i 60 e i 64 anni dovrebbe riuscire a completare mediamente:
- 14 ripetizioni per un uomo
- 12 ripetizioni per una donna
Con il passare degli anni, il numero tende a diminuire. Nella fascia 85-89 anni, il valore medio si abbassa a 8 movimenti completi.
Anche i più giovani possono eseguire il test per avere un’idea della forza muscolare delle gambe e per prevenire eventuali cali di performance con l’età.
Camminare per vivere meglio
Uno studio recente, basato su una meta-analisi di 17 ricerche e che ha incluso oltre 226.000 soggetti, ha evidenziato i benefici sorprendenti del camminare. Camminare poco meno di 4.000 passi al giorno riduce in modo significativo il rischio di mortalità per qualsiasi causa. Anche 2.337 passi al giorno sono sufficienti per abbassare il rischio di malattie cardiovascolari.
Gli studiosi non hanno identificato un limite massimo ai benefici: più si cammina, meglio è. Non esiste, dunque, “troppo movimento”.
E se la tua nonna ha cominciato a fare 10.000 passi al giorno negli anni ’80, forse adesso ha cento anni e continua a camminare… ovunque si trovi!
Fonti di riferimento:
Centers for Disease Control and Prevention (CDC),
British Journal of Sports Medicine,
Harvard Medical School,
World Health Organization (WHO).