Un risveglio cosmico senza precedenti
Nell’Estate 2024, un gruppo internazionale di ricercatori ha annunciato un’osservazione storica: per la prima volta, è stato catturato un buco nero supermassiccio nel momento esatto del suo “risveglio”. L’oggetto celeste, catalogato come SDSS1335+0728 ma soprannominato Ansky, ha mostrato un comportamento del tutto inedito, generando serie di flare nei raggi X mai osservate prima.
Queste eruzioni, conosciute come QPE (quasi-periodic eruptions), sono esplosioni brevi ma potenti che avvengono a intervalli quasi regolari. Tuttavia, le QPE generate da Ansky sono dieci volte più lunghe e più luminose rispetto agli eventi noti, raggiungendo livelli energetici cento volte superiori rispetto a ogni altro caso registrato.
Ansky e l’enigma delle QPE
Ansky ha iniziato a emettere segnali anomali nel 2019, ma è dal febbraio 2024 che le sue emissioni si sono fatte più regolari e intense. Ogni burst di raggi X si ripete con una cadenza di circa 4,5 giorni, la più lunga mai rilevata per una QPE. Secondo gli scienziati, questo rompe completamente gli schemi dei modelli attuali.
Joheen Chakraborty, dottorando al Massachusetts Institute of Technology, ha sottolineato come ciascuna eruzione di Ansky superi di gran lunga ogni precedente QPE, sia in durata che in luminosità. A rendere il caso ancora più affascinante è l’apparente assenza di fenomeni noti, come la distruzione di una stella o l’alimentazione continua da parte di un disco di accrescimento. Ansky non si comporta come nessun altro buco nero conosciuto.
Le osservazioni che sfidano i modelli
Secondo Lorena Hernández-García, dell’Università di Valparaiso, le osservazioni effettuate con i telescopi spaziali XMM-Newton, NICER, Chandra e Swift rappresentano un’occasione unica per analizzare un buco nero in azione. “Non comprendiamo ancora cosa generi le QPE, e Ansky potrebbe offrirci la chiave per svelare il mistero dei buchi neri dormienti e della loro evoluzione”, ha dichiarato.
Erwan Quintin, ricercatore ESA, ha aggiunto che questo caso potrebbe cambiare radicalmente la nostra comprensione delle QPE. Finora si pensava fossero causate dalla cattura di piccoli oggetti da parte del buco nero, ma Ansky potrebbe indicare un meccanismo completamente diverso. Le sue eruzioni potrebbero essere associate alle onde gravitazionali, che saranno analizzate dalla futura missione LISA dell’ESA.
Un futuro di osservazioni incrociate
La missione LISA, in fase di progettazione, promette di rilevare onde gravitazionali in sincronia con le emissioni X come quelle di Ansky. L’interazione tra dati elettromagnetici e gravitazionali sarà fondamentale per comprendere il comportamento di questi colossi cosmici e delle forze che li regolano.
L’intero studio è stato pubblicato su Nature Astronomy, confermando la centralità di Ansky in una nuova era di astrofisica osservativa, dove anche ciò che sembrava impossibile comincia a essere registrato e misurato.
Fonti autorevoli: Nature Astronomy, MIT, ESA, NASA, Università di Valparaiso.