Un documentario che ha fatto la storia dell’esplorazione spaziale
“The Dream is Alive”, il primo film IMAX realizzato nello spazio, compie 40 anni e continua a emozionare. Rilasciato per la prima volta nel giugno del 1985, questo documentario di 37 minuti, prodotto grazie alla collaborazione tra la NASA, IMAX Corporation e lo Smithsonian National Air and Space Museum, rappresenta una pietra miliare nella narrazione visiva dell’avventura spaziale.
Il film venne girato a bordo della navetta spaziale Discovery durante la missione STS-41G, la terza a trasportare una telecamera IMAX in orbita. Le immagini mostrarono al pubblico la quotidianità e il lavoro degli astronauti nello spazio, tra cui operazioni complesse come il recupero del satellite Solar Max e il dispiegamento di un array solare sperimentale.
La visione pionieristica di Michael Collins e Graeme Ferguson
L’idea di portare il formato IMAX nello spazio nacque da un colloquio visionario tra Michael Collins, astronauta di Apollo 11 e primo direttore del National Air and Space Museum, e Graeme Ferguson, co-fondatore di IMAX. Fu proprio Collins a suggerire la possibilità di montare una telecamera IMAX sulla navetta, all’epoca ancora sconosciuta al grande pubblico. Grazie a questa intuizione, lo Smithsonian divenne uno dei primi musei al mondo a dotarsi di una sala IMAX, aprendo la strada alla produzione di documentari spaziali immersivi.
Le immagini girate dagli astronauti e il ruolo di James Neihouse
Le riprese furono effettuate dagli stessi astronauti, il che conferì al documentario un’autenticità straordinaria. James Neihouse, responsabile della formazione degli astronauti all’uso delle cineprese IMAX e direttore della fotografia, ha recentemente donato allo Smithsonian una cornice con le etichette originali dei rulli di pellicola utilizzati nella missione. Si tratta di reliquie storiche, con annotazioni scritte a mano dagli equipaggi, ora conservate come parte del patrimonio del museo.
Neihouse ha annunciato l’avvio di un progetto per la restaurazione digitale di “The Dream is Alive”, con l’obiettivo di offrire una versione ad alta definizione in linea con i moderni standard cinematografici. I negativi originali si trovano oggi in un archivio climatizzato a Los Angeles, pronti per essere scansionati e riportati alla luce.
Marsha Ivins, protagonista silenziosa dell’epoca IMAX
Un volto importante legato a questo progetto è quello di Marsha Ivins, astronauta veterana con cinque voli spaziali all’attivo. Anche se le sue prime scene girate durante l’addestramento non furono incluse nel film del 1985, Ivins ha successivamente collaborato alla realizzazione di tre film IMAX e ha avuto un ruolo fondamentale nel supporto tecnico delle riprese. La sua esperienza testimonia l’intensità e la complessità della produzione di film nello spazio.
Un’eredità culturale e tecnologica che continua
“The Dream is Alive” non fu creato come un semplice strumento promozionale per la NASA, ma come mezzo educativo e ispirazionale, per trasmettere al pubblico la meraviglia e le sfide della vita nello spazio. È considerato ancora oggi uno dei modi più coinvolgenti per vivere l’esperienza di un volo spaziale senza lasciare la Terra. Secondo gli stessi astronauti, “è il più vicino che si possa arrivare a essere davvero là fuori”.
La recente proiezione speciale al Steven F. Udvar-Hazy Center del National Air and Space Museum, tenutasi il 9 aprile, ha celebrato la ricorrenza con una partecipazione eccezionale. L’evento ha riportato al centro dell’attenzione un’opera che ha cambiato per sempre il modo di guardare allo spazio, rafforzando il legame tra tecnologia, cultura e immaginario collettivo.