Una nuova frontiera nella lotta ai batteri resistenti: la saccarina
Un dolcificante artificiale, spesso considerato solo una scelta ipocalorica, potrebbe rivelarsi uno strumento rivoluzionario nella lotta ai batteri resistenti agli antibiotici. Un team di ricerca guidato da Ronan McCarthy della Brunel University di Londra ha scoperto che la saccarina, sostanza usata da decenni in alimenti e bevande, può distruggere le membrane cellulari di batteri come Staphylococcus aureus ed Escherichia coli, rendendoli più vulnerabili agli antibiotici.
Come la saccarina colpisce i batteri patogeni
Durante esperimenti di laboratorio, il composto ha danneggiato le pareti cellulari di diversi ceppi batterici, portando a distorsioni strutturali e alla loro morte per esplosione. Ma il punto cruciale non è solo l’effetto letale diretto: la saccarina abbatte le barriere protettive dei batteri, facilitando l’ingresso e l’efficacia degli antibiotici tradizionali.
Questa sinergia potrebbe significare una svolta nei trattamenti per infezioni che oggi risultano praticamente intrattabili, in quanto i batteri hanno sviluppato sistemi di difesa avanzati contro le molecole farmaceutiche comuni.
Un’applicazione clinica già in fase di sperimentazione
Oltre agli studi in vitro, i ricercatori hanno ideato una medicazione chirurgica basata sulla saccarina, che nei test su cute di suino ha superato in efficacia i trattamenti attuali, compresi quelli a base di argento. Questo dato è particolarmente rilevante perché l’argento è oggi uno degli standard di riferimento per la disinfezione avanzata delle ferite.
Potenziale terapeutico e urgenza globale
McCarthy sottolinea come il vantaggio sia duplice: la saccarina è già approvata per l’uso umano e non necessita dei lunghi e costosi processi di approvazione tipici dei nuovi antibiotici. In un’epoca in cui si stima che i batteri resistenti agli antibiotici causino milioni di morti ogni anno, trovare soluzioni rapide e sostenibili è fondamentale.
Le infezioni nosocomiali, spesso contratte in ospedale durante interventi chirurgici o trattamenti oncologici, sono sempre più difficili da trattare. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la resistenza antimicrobica è oggi una delle principali minacce per la salute pubblica globale.
Un futuro promettente ma da monitorare
Nonostante i risultati siano promettenti, è necessario approfondire gli studi clinici per valutare eventuali effetti collaterali e determinare i dosaggi terapeutici sicuri. I dolcificanti artificiali, infatti, sono ancora oggetto di discussione riguardo ai loro impatti sul microbioma umano e sulla salute generale.
Lo studio, pubblicato su EMBO Molecular Medicine, apre quindi un nuovo capitolo nella medicina antimicrobica, suggerendo che composti già noti e ritenuti innocui potrebbero nascondere nuove proprietà terapeutiche di enorme valore.