I serpenti tra mito, scienza e paura: un nuovo sguardo con “Slither”
Nel panorama culturale globale, i serpenti sono spesso stati relegati al ruolo di antagonisti: simboli di inganno, paura e pericolo. Dall’Eden biblico ai film hollywoodiani, la figura serpentina viene sistematicamente associata alla malvagità. Ma nel nuovo libro “Slither”, pubblicato nel 2025, l’autore sfida il lettore a ribaltare questa visione riduttiva e ad esplorare l’incredibile ricchezza biologica, simbolica e storica di questi rettili affascinanti.
Un rettile che attraversa storia, scienza e psiche umana
Attraverso una narrazione che intreccia antropologia, zoologia e aneddoti personali, “Slither” conduce il lettore in un viaggio che parte dalle antiche civiltà greche ed egizie per arrivare ai laboratori scientifici contemporanei. Viene dato spazio all’immaginario mitico: nei templi greci i serpenti incarnavano il potere terapeutico, mentre nelle culture mesoamericane erano custodi del tempo. Ma c’è anche il serpente moderno, analizzato nella sua locomozione, nella biochimica del veleno e nelle sue potenzialità tecnologiche e mediche.
Eastern Parkway, il Brooklyn Museum e il Papiro del Morso di Serpente
In una delle sezioni più suggestive, l’autore conduce il lettore lungo la Eastern Parkway di New York, un percorso urbano che collega l’odierna metropoli con le conoscenze mediche dell’Antico Egitto. Al Brooklyn Museum si trova infatti un antico papiro egizio che analizza veleni, sintomi e cure legati ai morsi di serpente. Il testo, non accessibile al pubblico, rivela connessioni simboliche tra veleno e sessualità, dimostrando una comprensione precoce delle dinamiche tra corpo e psiche, molto prima di Freud o Jung.
Serpenti letali ma anche salvavita: tra paura e progresso
Il libro non edulcora i pericoli reali: descrive con precisione clinica gli effetti dei morsi di serpente, sottolineando il bisogno di rispetto e cautela. Ma mette anche in luce i benefici sorprendenti che questi animali offrono alla medicina: dal primo ACE inibitore per la pressione arteriosa derivato da un serpente sudamericano, fino alle applicazioni robotiche ispirate al comportamento dei serpenti a sonagli, capaci di muoversi tra le macerie in operazioni di soccorso post-catastrofe.
Una critica all’umanocentrismo e all’ecologia manipolata
Un capitolo particolarmente provocatorio riguarda la presenza dei pitoni birmani nelle Everglades della Florida, introdotti accidentalmente tramite il commercio di animali esotici. L’autore invita a riconsiderare il termine “specie invasiva”, definendolo una “strategia narrativa umana” per giustificare i propri errori ambientali. I serpenti non hanno scelto di emigrare, ma hanno semplicemente fatto ciò che la natura comanda: sopravvivere.
Il serpente come specchio emotivo e culturale dell’uomo
L’autore, con un passato nel giornalismo investigativo, arricchisce la narrazione con fonti documentate, interviste sul campo e storie autentiche di erpetologi, biologi e collezionisti appassionati. Alcuni passaggi risultano densamente informativi, ma sono compensati da episodi carichi di pathos, scoperte sorprendenti e empatia verso questi animali enigmatici.
“Slither” è molto più di un libro sui serpenti: è un’opera che invita a sfidare pregiudizi antichi, a scoprire un mondo nascosto tra scaglie e silenzi, e a riconoscere nei serpenti non solo l’archetipo del male, ma anche alleati inconsapevoli del progresso umano.