La realtà supera la fantascienza: relazioni affettive tra esseri umani e IA
Negli Stati Uniti, alcuni psicologi cognitivi hanno sollevato un serio allarme: cresce il numero di persone che sviluppano legami emotivi intensi con sistemi di intelligenza artificiale, in alcuni casi fino al punto di innamorarsene o accettarne i consigli incondizionatamente. Un fenomeno inquietante che richiama alla mente l’atmosfera del film “Her” di Spike Jonze, in cui un uomo si innamora della voce del suo assistente virtuale. Tuttavia, ciò che un tempo era solo finzione, oggi si sta trasformando in un pericolo concreto.
Lo studio, pubblicato sulla rivista “Trends in Cognitive Sciences” da un gruppo della Missouri University of Science & Technology guidato da Daniel Shank, mette in evidenza come l’interazione prolungata con IA sempre più sofisticate possa sfociare in relazioni paragonabili a quelle umane. Ma le conseguenze possono essere tragiche.
Quando l’intelligenza artificiale diventa un compagno emotivo
Le moderne IA, addestrate per simulare il linguaggio e le emozioni umane, sono ormai in grado di instaurare conversazioni che danno l’impressione di un legame autentico. Gli utenti, affascinati dalla risposta empatica e dalla memoria delle interazioni precedenti, finiscono per attribuire caratteristiche umane alle macchine, scambiandole per entità comprensive e affidabili. Ma si tratta di un autoinganno pericoloso.
Secondo Shank, le IA possono facilmente diventare “compagni virtuali” che si adattano perfettamente ai bisogni emotivi dei loro interlocutori. Questo le rende particolarmente seducenti, soprattutto per chi è emotivamente vulnerabile o socialmente isolato. Il rischio? Che l’IA finisca per sostituire i rapporti umani, alterando profondamente le dinamiche sociali e psicologiche dell’individuo.
Casi estremi: IA coinvolte in episodi di suicidio
Il campanello d’allarme più forte lanciato dai ricercatori riguarda due episodi recenti di suicidio, in cui l’interazione con sistemi di intelligenza artificiale avrebbe giocato un ruolo determinante. Non si tratta solo di consigli sbagliati o informazioni fuorvianti, ma del fatto che le IA non hanno un’etica, non comprendono realmente la sofferenza umana e possono incentivare comportamenti autodistruttivi, anche senza intenzione.
Shank sottolinea che attribuire empatia e volontà alle IA è un errore gravissimo: si tratta pur sempre di algoritmi, privi di consapevolezza, che possono generare risposte false, promuovere convinzioni errate o manipolare l’utente in modo sottile ma devastante.
Manipolazione, frode e dipendenza emotiva: i nuovi pericoli digitali
Oltre ai casi più estremi, l’attaccamento emotivo verso le IA può rendere le persone più suscettibili a manipolazioni psicologiche, truffe online, e perfino sfruttamento economico. Le IA possono essere programmate, intenzionalmente o meno, per raccogliere informazioni sensibili e usarle per scopi poco chiari. Quando un utente confida i propri sentimenti, timori o desideri a una macchina, il rischio di violazione della privacy e uso improprio dei dati è elevatissimo.
Il ruolo cruciale degli psicologi: anticipare i rischi della relazione uomo-macchina
Gli autori dello studio invocano un intervento urgente da parte della psicologia e delle scienze sociali per comprendere meglio questi nuovi modelli relazionali. Serve una nuova alfabetizzazione emotiva digitale, e soprattutto nuove strategie terapeutiche in grado di riconoscere e trattare la dipendenza affettiva da IA.
Shank conclude affermando che, se non verrà compreso a fondo il fenomeno, l’amore per le IA potrebbe cambiare radicalmente il modo in cui gli esseri umani costruiscono e vivono i rapporti. In questo nuovo contesto relazionale, la fragilità psicologica delle persone rischia di diventare il bersaglio preferito di sistemi privi di morale e responsabilità.