La visione storicamente maschile dell’autismo è stata messa in discussione
Per decenni, la ricerca sull’autismo si è concentrata quasi esclusivamente su bambini e uomini, generando un modello diagnostico fortemente sbilanciato. Secondo Gina Rippon, neuroscienziata dell’Università di Aston a Birmingham, ciò ha determinato una rappresentazione incompleta e parziale della condizione, escludendo di fatto molte donne e ragazze che presentavano sintomi diversi e quindi meno riconoscibili rispetto a quelli canonici.
Il cervello autistico femminile segue traiettorie diverse
Nel suo nuovo libro The Lost Girls of Autism: How science failed autistic women, Rippon evidenzia un concetto fondamentale: le donne nello spettro autistico mostrano differenze profonde rispetto agli uomini, soprattutto per quanto riguarda motivazioni sociali e comportamenti relazionali. La loro capacità di mascherare i sintomi, detta anche camouflage sociale, ha reso l’autismo femminile invisibile agli occhi della scienza per anni. Questo ha portato a diagnosi tardive o errate, con conseguenti mancate opportunità di supporto e intervento precoce.
Una nuova consapevolezza trasforma il paradigma diagnostico
La crescente consapevolezza dell’autismo femminile ha dato impulso a una rivisitazione critica dei criteri diagnostici. L’idea che ci fosse un unico “modo autistico” si sta rapidamente dissolvendo, lasciando spazio a un modello più inclusivo e diversificato. Secondo Rippon, riconoscere la pluralità neurologica è il primo passo per una vera equità clinica, in cui tutte le voci dello spettro autistico possano essere ascoltate e comprese.
Le ragazze “perse” stanno finalmente emergendo
Il titolo stesso dell’opera – The Lost Girls of Autism – richiama l’immagine di una generazione invisibile, di ragazze che, pur vivendo con sofferenze cognitive ed emotive, non sono mai state riconosciute come parte dello spettro. Queste ragazze sono ora al centro di una nuova narrazione scientifica, che ribalta pregiudizi radicati e porta alla luce sfumature complesse del funzionamento neurodivergente.
Ripensare la scienza alla luce della differenza
Gina Rippon invita la comunità scientifica e clinica a mettere in discussione i propri paradigmi. Il suo lavoro sottolinea quanto sia urgente aggiornare strumenti, linguaggi e approcci diagnostici per includere le diversità di genere nella comprensione dell’autismo. La nuova immagine dell’autismo femminile non solo arricchisce la conoscenza scientifica, ma apre anche la strada a un cambiamento culturale profondo, che finalmente riconosce e valorizza le esperienze uniche delle donne nello spettro.