Una verità occultata: il cambiamento climatico noto già dagli anni ’50
La consapevolezza che l’attività umana stesse alterando il clima globale non è una scoperta recente. Già negli anni ’50, alcuni scienziati, in particolare oceanografi, avevano identificato chiaramente il legame tra la combustione dei combustibili fossili e l’accumulo di gas serra nell’atmosfera. Non si trattava di ipotesi azzardate, ma di conoscenze solide e supportate da dati scientifici.
Questa è la scoperta chiave emersa dalle ricerche della storica della scienza Naomi Oreskes, professoressa ad Harvard. Analizzando la storia dell’oceanografia e dei suoi finanziamenti militari, Oreskes si è imbattuta in documenti che rivelano quanto fosse già avanzata la consapevolezza scientifica sul clima più di 60 anni fa.
Nel 1958, la comunità scientifica aveva già capito che l’immissione di CO₂ nell’atmosfera avrebbe provocato un riscaldamento globale.
Il ruolo nascosto dell’industria dei combustibili fossili
Nonostante l’esistenza di una base scientifica robusta, la comprensione pubblica della crisi climatica è stata gravemente compromessa. Una campagna di disinformazione, portata avanti per decenni dall’industria dei combustibili fossili, ha seminato dubbi e ritardi.
Questa strategia ha ricalcato il modello di comunicazione dell’industria del tabacco, che aveva deliberatamente oscurato la verità sui danni del fumo. Anche in quel caso, si è giocato sul concetto di incertezza scientifica per ritardare regolamentazioni e azioni concrete.
Se la scienza è percepita come incerta, le persone non si sentono motivate ad agire.
Un problema noto anche alla politica: i verbali dimenticati
Uno dei falsi miti più duraturi è che i politici degli anni ’60 e ’70 non fossero a conoscenza del cambiamento climatico. In realtà, Oreskes e il suo team hanno identificato oltre 100 audizioni congressuali in cui si discuteva chiaramente di effetto serra, CO₂ e cambiamenti climatici. Anche nella redazione del Clean Air Act del 1970, termini come “tempo” e “clima” sono stati inseriti consapevolmente.
Questa documentazione è rilevante non solo per la verità storica, ma anche per l’attuale battaglia legale sulla regolamentazione del carbonio. È la base su cui si poggia la “Dichiarazione di Pericolo” emessa dall’EPA nel 2009, oggi minacciata da pressioni politiche contrarie alla protezione ambientale.
Il grande tradimento dell’informazione
Uno degli errori più gravi, secondo Oreskes, è stato il comportamento dei media mainstream, che per anni hanno presentato il cambiamento climatico come un dibattito bilaterale, dando la stessa visibilità a scienziati e a voci negazioniste.
Questa falsa simmetria ha impedito alla popolazione di comprendere quanto fosse solido il consenso scientifico. Il risultato? Trent’anni di inazione, confusione e perdita di fiducia.
Il consenso scientifico esisteva. Ma il dibattito è stato manipolato.
Dal tabacco al clima: cosa possiamo imparare
L’esperienza della lotta contro il tabacco dimostra che il cambiamento è possibile. Quando l’opinione pubblica ha compreso i reali pericoli del fumo, è seguita una mobilitazione collettiva. Lobby civiche, battaglie legali, educazione pubblica: queste leve hanno reso il tabacco meno socialmente accettabile e hanno portato a norme più severe.
Oggi, qualcosa di simile si sta verificando con il cambiamento climatico. Cause legali contro le aziende dei combustibili fossili stanno emergendo in tutto il mondo. Alcune sono già andate a buon fine. Le vittorie legali, proprio come accadde con l’industria del tabacco, potrebbero innescare un ciclo virtuoso: più informazioni, più consapevolezza, più pressione pubblica.
La responsabilità della conoscenza
Oreskes non è spinta solo da interessi accademici. Per lei, c’è un’urgenza morale. Crede che comprendere come siamo arrivati a questo punto – attraverso il silenzio, la manipolazione e l’omissione – sia essenziale per reagire con efficacia.
È una chiamata all’azione. Ora che sappiamo che la verità era già disponibile decenni fa, possiamo decidere da che parte stare. E possiamo smettere di farci manipolare da chi ha interesse a mantenere lo status quo.