Un reclamo inciso nell’argilla racconta l’insoddisfazione di un cliente
Circa quattromila anni fa, nella città di Ur, in Mesopotamia, un cittadino di nome Nanni lasciò un segno indelebile nella storia del commercio. Scontento della qualità del rame fornito da un mercante chiamato Ea-nāṣir, decise di mettere per iscritto la propria frustrazione, incidendola con cura su una tavoletta d’argilla. Questo documento, oggi considerato il più antico reclamo di un cliente mai scoperto, rappresenta un eccezionale spaccato della quotidianità commerciale dell’Età del Bronzo.
Il commercio del rame e la nascita delle prime scritture
Le prime forme di scrittura cuneiforme nate in Mesopotamia non furono letterarie, ma commerciali. Servivano a registrare transazioni, inventari e accordi economici. Tra queste, spicca la lettera di Nanni, conservata su una tavoletta di 11,6 per 5 centimetri, scritta in accadico e tradotta nel XX secolo dall’assiriologo Adolf Leo Oppenheim nel volume “Letters from Mesopotamia”.
Il reclamo: accuse dirette e richieste di rimborso
Nel testo, Nanni accusa Ea-nāṣir di avergli consegnato lingotti di rame difettosi e di aver maltrattato il suo messaggero. “Hai messo davanti al mio messaggero dei lingotti che non erano buoni”, si legge, “e hai detto: ‘Se li vuoi prendere, prendili, se non vuoi prenderli, vai via!’”. Il tono è diretto e perentorio, con un’escalation che culmina nella richiesta esplicita di rimborso.
Una crisi commerciale sullo sfondo del declino del rame di Tilmun
Nel contesto del commercio mesopotamico del III millennio a.C., il rame proveniente da Tilmun (probabilmente l’attuale Bahrain) rappresentava una risorsa chiave. Le rotte commerciali garantivano l’approvvigionamento del metallo in tutta la regione, ma attorno al 1750 a.C., periodo della lettera di Nanni, l’influenza di Tilmun cominciava a calare, sostituita da nuove fonti, come quelle di Magan. È possibile che Ea-nāṣir, alle prese con forniture sempre più scarse, abbia cominciato a rifilare merci scadenti, scatenando la reazione di Nanni.
La casa di Ea-nāṣir e un archivio di reclami
Durante gli scavi archeologici nella città di Ur, la tavoletta fu trovata insieme a molte altre, tutte indirizzate a Ea-nāṣir, in quella che gli studiosi identificano come la sua residenza o sede commerciale. Questo rivela che non si trattava di un episodio isolato: il mercante aveva una cattiva reputazione documentata da numerose missive di clienti delusi.