
Il fastidio per i movimenti nervosi: un disagio emotivo diffuso
Notare qualcuno che si agita nervosamente – tamburella con le dita, muove incessantemente il piede o sfrega le mani – può generare una reazione viscerale e spiacevole in molte persone. Questa reazione è conosciuta come misocinesia, un termine che indica un’avversione intensa per i piccoli movimenti ripetitivi degli altri. Fino a poco tempo fa quasi sconosciuta, questa condizione psicologica è oggi oggetto di crescente interesse scientifico.
Una sensibilità visiva che coinvolge la popolazione generale
Secondo una ricerca pubblicata nel 2021, condotta su un campione di oltre 4.100 partecipanti, circa una persona su tre ha ammesso di sentirsi disturbata da comportamenti motori ripetitivi osservati nella vita quotidiana. Il fenomeno non riguarda solo i pazienti clinici, ma sembra essere ampiamente diffuso anche tra individui perfettamente sani.
I soggetti colpiti provano risposte emotive negative che spaziano dalla frustrazione alla rabbia, fino all’ansia, con ripercussioni significative sul benessere nelle situazioni sociali, lavorative o scolastiche.
Somiglianze e differenze con la misofonia
In modo analogo alla misofonia – che implica un’ipersensibilità ai suoni ripetitivi come masticare o ticchettare – la misocinesia si concentra invece sul canale visivo, coinvolgendo stimoli motorii e mimici. Tuttavia, i due disturbi non sempre si manifestano insieme. Ci sono persone che provano irritazione solo visiva, mentre altre soffrono di entrambe le condizioni.
Ipotesi neurologiche: i neuroni specchio e l’empatia negativa
Il gruppo di ricerca ha formulato diverse ipotesi neurologiche. Una delle più affascinanti è il coinvolgimento dei neuroni specchio, cellule nervose che si attivano sia durante un’azione compiuta in prima persona, sia osservando la stessa azione compiuta da un altro individuo. Questi neuroni, alla base di molti meccanismi empatici, potrebbero causare un disagio involontario, nel momento in cui l’osservatore “assorbe” l’agitazione altrui come fosse propria.
In sostanza, vedere qualcuno agitarsi potrebbe scatenare un processo automatico di rispecchiamento, inducendo ansia riflessa anche in chi osserva, senza alcuna volontà conscia.
Un possibile problema di disimpegno attentivo
In uno studio del 2024 su 21 volontari, i ricercatori hanno esplorato un’altra possibilità: la misocinesia potrebbe derivare non tanto da una distrazione visiva iniziale, quanto piuttosto da una difficoltà nel disimpegnarsi dallo stimolo osservato. Le persone colpite sembrerebbero quindi incapaci di ignorare il movimento fastidioso, anche se desiderano farlo.
Una realtà ancora poco riconosciuta, ma profondamente reale
La misocinesia rappresenta un fenomeno psicologico ancora poco esplorato, ma che si dimostra fortemente impattante per chi ne soffre. Il fatto che così tante persone abbiano riferito di sentirsi disturbate da stimoli visivi ripetitivi solleva interrogativi urgenti su come affrontare questa sensibilità nei contesti quotidiani.
Secondo gli studiosi, è necessario continuare a indagare, sia dal punto di vista cognitivo che neurologico, per comprendere le radici di questo disturbo tanto comune quanto invisibile.