Un deserto un tempo fertile nasconde una civiltà dimenticata
Nel cuore del Sahara centrale, in un’area oggi inospitale ma un tempo rigogliosa, le mummie sahariane di Takarkori rappresentano una delle scoperte archeologiche più sorprendenti e significative dell’ultimo decennio. Ritrovate in Libia nel 2017 da un team internazionale, queste antichissime sepolture, risalenti a circa 9.000 anni fa, raccontano la storia di una popolazione preistorica geneticamente isolata.
Takarkori: la testimonianza genetica di un popolo separato
Le analisi condotte sui resti umani hanno svelato caratteristiche genetiche uniche, differenti da quelle delle altre popolazioni africane dell’epoca. Questo isolamento genetico suggerisce l’esistenza di una stirpe distinta, che ha vissuto per millenni in una zona del Sahara all’epoca ricoperta di vegetazione, laghi e fauna. Il sito di Takarkori, situato in una depressione montuosa della regione del Fezzan, custodisce resti umani straordinariamente ben conservati, in un contesto di pratiche funerarie complesse.
Un ecosistema oggi scomparso
Durante l’Olocene africano umido, il Sahara era una vasta savana abitabile, con ambienti acquatici e biodiversità simili a quelle delle odierne savane del Sahel. Gli antichi abitanti di Takarkori vivevano di caccia, raccolta e allevamento, adattandosi perfettamente al clima e alle risorse della zona. Tuttavia, a causa di cambiamenti climatici progressivi, la regione divenne sempre più arida, portando queste comunità all’isolamento.
Connessioni limitate ma esistenti con altri gruppi africani
Nonostante l’isolamento prolungato, le ricerche genetiche dimostrano che vi furono contatti sporadici con altre popolazioni del continente africano. Tuttavia, le barriere geografiche e la trasformazione ecologica del Sahara contribuirono a mantenere questa popolazione geneticamente distinta per un periodo molto esteso.
Un contributo decisivo alla storia dell’umanità
Questa scoperta offre una nuova prospettiva sulla diffusione dei gruppi umani in Africa e sul ruolo del Sahara verde come culla di civiltà. Le mummie di Takarkori mettono in discussione le narrazioni tradizionali sulla mobilità preistorica nel continente, mostrando che anche in condizioni di isolamento si svilupparono forme complesse di organizzazione sociale e pratiche culturali.
Lo studio scientifico pubblicato su Nature
Il lavoro multidisciplinare, che ha coinvolto archeologi, genetisti e paleoclimatologi, è stato pubblicato su Nature, contribuendo a ridefinire le conoscenze sulla preistoria africana. Le tecniche di sequenziamento del DNA e le analisi isotopiche hanno permesso di ricostruire non solo la genetica, ma anche la dieta e lo stato di salute di questi individui.
Takarkori: un simbolo della resilienza umana
Le mummie sahariane rappresentano non solo una scoperta storica di valore immenso, ma anche un simbolo della capacità umana di adattarsi ai cambiamenti ambientali estremi. In un’epoca in cui il Sahara si trasformava da eden verde a deserto inospitale, questa comunità riuscì a sopravvivere e lasciare una traccia indelebile nella storia dell’Africa.