La clonazione animale è già una realtà efficace nella conservazione
Contrariamente a ciò che molti pensano, la clonazione animale non è un esperimento futuristico ma uno strumento attivo e collaudato per la conservazione di specie minacciate. Lo afferma Revive & Restore, organizzazione no-profit che ha condotto la più ampia analisi mai realizzata sulla clonazione nella fauna selvatica. Tra i casi di successo più noti figurano il furetto dai piedi neri e il cavallo di Przewalski, entrambi clonati con successo nel 2020 e ora pienamente inseriti in programmi di riproduzione.
Lunga vita e fertilità: sfatati i falsi miti sulla clonazione
Uno degli ostacoli principali alla diffusione della clonazione nella conservazione è la presenza di convinzioni errate: si pensa che i cloni abbiano vite brevi e siano sterili. Tuttavia, secondo i dati raccolti, il 90% degli animali clonati raggiunge o supera l’aspettativa di vita naturale, e il 95% è fertile. Queste cifre mettono in discussione la narrativa negativa e rivelano un potenziale inespresso che potrebbe rivoluzionare gli sforzi conservativi su scala globale.
Un’opportunità scientifica ancora poco sfruttata
Lo studio evidenzia come la clonazione sia stata impiegata finora in maniera sporadica, scoraggiando così finanziamenti e ampliamenti su scala. La percezione che la tecnologia sia complessa e inaffidabile ha ridotto l’interesse verso questa possibilità. Tuttavia, esempi come l’utilizzo di DNA crioconservato da quarant’anni per riportare in vita una specie dimostrano che le applicazioni reali sono già qui e che serve solo una volontà strategica per espandere il campo d’azione.
La clonazione come risorsa chiave per la diversità genetica
Secondo gli autori, l’uso mirato della clonazione potrebbe rappresentare una svolta nella gestione della diversità genetica delle specie a rischio. Robert Wiese, coautore dello studio, sottolinea come questa tecnologia offra vantaggi unici, impossibili da ottenere con metodi tradizionali. L’appello degli scienziati è chiaro: è tempo di andare oltre le iniziative isolate e abbracciare la clonazione come parte integrante della conservazione moderna.
Una storia sottovalutata che merita attenzione
Per anni, la comunità scientifica ha ignorato il quadro completo della clonazione, preferendo giudicarla sulla base di dati frammentari. Ben Novak, autore principale e scienziato capo presso Revive & Restore, evidenzia che è ora di riscrivere la narrativa: la clonazione non solo è già usata con successo, ma potrebbe aprire la strada a nuove soluzioni per salvare molte più specie di quanto si immaginasse.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Animals, segnando un punto di svolta nella visione della clonazione come strumento di conservazione della biodiversità.