I ghiacci si sciolgono e la tempistica è assai più veloce di quella che si supponeva precedentemente. Nella pubblicazione su “Nature” si spiega chiaramente che gli studiosi hanno svolto un’accurata osservazione dei ghiacciai, posizionati in molteplici punti situati sull’intero globo terrestre.
Tale specifica osservazione si è potuta realizzare mediante il supporto di “set” d’informazioni satellitari appartenenti alla NASA. La disgregazione glaciale ha accelerato da una media di 0,36 metri a 0,69 metri all’anno. Questo fenomeno è avvenuto dal 2000 fino al 2019.
Il tasso di fusione è andato quasi a raddoppiarsi, nel giro di solo un paio di decenni. Gli scienziati hanno potuto constatare che le zone maggiormente colpite da un ritmo di scioglimento molto più veloce erano situate in Alaska, Canada occidentale e Groenlandia.
Tra l’altro, anche nell’emisfero australe i ghiacciai posti in Nuova Zelanda si sono sciolti con una considerevole velocità. Almeno il 30% dei ghiacciai neozelandesi, catalogati alla fine degli anni ’70, è ormai scomparso.
L’impatto sull’ambiente
In base agli studi svolti e riportati poc’anzi, le perdite di massa appena descritte hanno influito enormemente sull’aumento del livello del mare, dall’inizio del secolo. Ne consegue che l’impatto di ciò, col trascorrere del tempo, potrebbe risultare disastroso.
Questa condizione, poi, causerebbe in modo correlato anche delle vere e proprie tragedie a livello ambientale. Da tutto questo si deduce che, entro la fine del secolo, varie zone terrestri saranno sommerse dall’alta marea con relativo innalzamento del mare.
Altri esiti di questa portata potrebbero riguardare la mancanza d’acqua e l’incertezza per quanto riguarda il cibo. Dovremo insomma prepararci a qualunque tipo di sconvolgimento ambientale incipiente, a causa dei mutamenti climatici.