Una nova imminente? L’attesa per il prossimo spettacolo celeste
T Corona Borealis, soprannominata la “stella fiammeggiante”, è al centro dell’attenzione degli astronomi di tutto il mondo. Questa stella, che appartiene a un raro gruppo di nove ricorrenti, potrebbe esplodere in una nova entro il 2026 – forse già nei prossimi mesi. Se accadrà, sarà uno degli eventi celesti più spettacolari del nostro secolo, visibile a occhio nudo anche dai cieli cittadini.
Cos’è una nova ricorrente?
Nel cuore di questo dramma cosmico si nasconde un sistema binario simbiotico, una vera e propria danza gravitazionale tra una gigante rossa e una nana bianca. La nana bianca – una stella collassata, piccola ma incredibilmente densa – succhia materiale dalla sua compagna più grande e gonfia. Il materiale si accumula in un disco di accrescimento attorno alla nana bianca, fino a innescare un’esplosione termonucleare sulla sua superficie: una nova.
Questa esplosione non distrugge la stella, ma la fa brillare improvvisamente, passando da una magnitudine invisibile a una comparabile con le stelle più luminose del cielo. La sua ultima apparizione avvenne nel 1946, e prima ancora nel 1866, con riferimenti storici che potrebbero risalire addirittura al 1217.
Un evento raro e spettacolare
Quando T CrB esplode, raggiunge magnitudine +2, diventando facilmente visibile anche senza strumenti. Un bagliore improvviso nel cielo notturno che dura solo pochi giorni, ma che offre agli astronomi un’opportunità unica per studiare le dinamiche stellari più estreme.
Negli ultimi anni, T CrB ha mostrato comportamenti simili a quelli che hanno preceduto le precedenti esplosioni: un aumento di luminosità osservato nel 2015, seguito da un calo nel 2023, segnali che lasciano supporre un’imminente nova. Gli scienziati parlano di una fase “super-attiva”, durante la quale il tasso di trasferimento di materia aumenta, caricando la nana bianca in vista dell’esplosione.
Le teorie divergenti: c’è un terzo oggetto?
Alcuni astronomi, come Jean Schneider, ipotizzano che un terzo corpo celeste, invisibile ma presente, stia influenzando il comportamento del sistema. Questo corpo – forse un esopianeta massiccio o una nana bruna – potrebbe orbitare attorno a T CrB con un periodo di circa 80 anni, perturbando periodicamente il sistema e contribuendo all’innesco della nova.
Tuttavia, le osservazioni non confermano ancora l’esistenza di questo oggetto misterioso. Studi dettagliati della velocità radiale, condotti con strumenti ad alta precisione come lo spettrografo HERMES, non hanno identificato segni evidenti di un terzo compagno. Alcuni scienziati, come Léa Planquart, preferiscono spiegare le eruzioni cicliche con variazioni naturali nel comportamento del disco di accrescimento.
Cosa potremo osservare dalla Terra?
Se l’esplosione avverrà davvero nei prossimi mesi – e le probabilità sono alte – ci troveremo davanti a uno spettacolo che trasformerà il cielo notturno. T CrB si trova nella costellazione della Corona Boreale, ben visibile dall’emisfero nord. Attualmente è di decima magnitudine, invisibile a occhio nudo, ma al momento dell’eruzione potrà brillare come una stella del Grande Carro.
L’aumento di luminosità sarà rapido: in poche ore, la stella passerà dall’essere invisibile a diventare un gioiello brillante nel cielo, offrendo un’opportunità rara di osservazione anche per gli appassionati.
Il destino finale: una supernova tra milioni di anni
Mentre ci prepariamo alla prossima nova, gli astronomi guardano ancora più avanti. La massa della nana bianca di T CrB è di 1,37 masse solari, vicinissima al famigerato limite di Chandrasekhar (1,44). Superato questo limite, la stella collassa su sé stessa in una supernova di tipo Ia, distruggendosi completamente in un’esplosione ancora più devastante e luminosa.
Fortunatamente, questo evento finale è ancora lontano nel tempo – forse centinaia di migliaia o milioni di anni – ma la sua possibilità rende T CrB un laboratorio cosmico per capire come muoiono le stelle.