I fiumi invisibili del ghiaccio
Nel cuore delle calotte glaciali, esistono flussi di ghiaccio che scorrono a una velocità sorprendente rispetto al ghiaccio circostante. Questi “fiumi” silenziosi, paragonabili alla Corrente del Golfo che attraversa l’Atlantico, rappresentano canali dinamici attraverso cui il ghiaccio si muove rapidamente verso l’oceano. Non sono visibili come un corso d’acqua, ma costituiscono le arterie attraverso cui le calotte respirano e mutano.
La vera novità, tuttavia, è che questi flussi non scorrono in modo uniforme. Al loro interno si verificano dei fenomeni simili a terremoti, noti come terremoti di ghiaccio, che rompono l’immagine tradizionale del ghiaccio come massa rigida e statica.
Scoperta una dinamica sismica all’interno del ghiaccio
Un team internazionale di ricercatori ha rilevato centinaia di micro-terremoti nella calotta glaciale della Groenlandia nordorientale. Questi eventi sismici, seppur piccoli, avvengono in profondità nei fiumi di ghiaccio e sono innescati da impurità vulcaniche, in particolare sottili strati di solfati intrappolati nel ghiaccio.
Questi strati rendono il ghiaccio localmente più fragile, e quando le tensioni interne raggiungono un certo limite, si verificano delle fratture, simili a quelle che generano terremoti nella crosta terrestre. Questo meccanismo, chiamato “stick-slip”, indica che il ghiaccio non scorre semplicemente in modo continuo e viscoso, ma può muoversi a scatti, proprio come una faglia geologica.
“Questi eventi, pur essendo piccoli, possono influenzare l’intero comportamento della calotta glaciale,” ha spiegato uno degli scienziati coinvolti nello studio.
Impatti sul livello del mare
Comprendere meglio questa dinamica non è una curiosità scientifica, ma una necessità urgente. I modelli climatici che cercano di prevedere l’innalzamento del livello del mare nei prossimi decenni si basano su simulazioni del comportamento delle calotte glaciali. Tuttavia, molti di questi modelli non considerano ancora i micro-eventi sismici appena scoperti.
Se questi movimenti improvvisi si sommano nel tempo, potrebbero spiegare perché in alcune zone il ghiaccio scorre molto più velocemente del previsto. Questo significa che più ghiaccio potrebbe riversarsi nell’oceano, accelerando l’innalzamento del mare ben oltre le stime attuali.
Secondo recenti osservazioni, il livello del mare è già salito di circa 30 centimetri nell’ultimo secolo, e i fenomeni come le mareggiate e le inondazioni da alta marea stanno diventando sempre più frequenti e distruttivi per le comunità costiere.
Il ghiaccio selvaggio non mente
La ricerca sottolinea una distinzione fondamentale: il ghiaccio in laboratorio non è lo stesso del ghiaccio naturale. Quest’ultimo contiene impurità, subisce pressioni immense e reagisce in modi che i test in ambienti controllati non riescono a replicare.
Questa consapevolezza spinge i ricercatori a continuare il lavoro sul campo, nonostante le difficoltà logistiche estreme. Vivere e lavorare in Groenlandia per anni richiede una rete internazionale di supporto per garantire sicurezza, approvvigionamento e protezione dalle intemperie. Ma i risultati ottenuti da questi sforzi sono fondamentali per costruire modelli climatici più realistici.
Verso nuove frontiere della glaciologia
Ora il team vuole estendere lo studio ad altri ambienti, come i ghiacciai alpini, per verificare se anche lì si verificano terremoti simili. Se così fosse, questi eventi sismici potrebbero rappresentare una componente cruciale ma ancora sottovalutata del comportamento di molti ghiacciai nel mondo.
Nel frattempo, la ricerca prosegue con un obiettivo chiaro: raffinare le previsioni sul futuro del nostro pianeta, attraverso una comprensione sempre più profonda del modo in cui il ghiaccio vive, si muove e reagisce.