Una speranza dall’immunoterapia: RUTI migliora l’efficacia del trattamento contro il tumore vescicale
Un semplice vaccino ideato originariamente per contrastare la tubercolosi si sta rivelando un alleato sorprendentemente efficace contro il cancro alla vescica, secondo i risultati presentati recentemente a Madrid durante il Congresso dell’Associazione Europea di Urologia. Gli istituti di ricerca IrsiCaixa e IGTP, con sede a Barcellona, hanno illustrato uno studio pilota condotto su 40 pazienti, in cui il nuovo vaccino RUTI ha dimostrato di potenziare in modo significativo la risposta immunitaria contro il tumore.
Da una malattia infettiva a un’arma oncologica
Il collegamento tra tubercolosi e cancro potrebbe sembrare curioso, ma ha radici storiche profonde. Negli anni Venti del Novecento, medici del Johns Hopkins Hospital avevano notato che i pazienti affetti da TB sembravano sviluppare con minore frequenza forme tumorali. Da questa osservazione nacque l’idea di testare il BCG, un vaccino a base di un ceppo attenuato di Mycobacterium bovis, per il suo potenziale effetto antitumorale. Da allora, il BCG è diventato il trattamento immunoterapico standard per il cancro alla vescica non muscolo-invasivo (NMIBC), una delle forme più diffuse della malattia.
Una nuova strategia con risultati incoraggianti
Nonostante decenni di utilizzo del BCG, circa la metà dei pazienti continua a sviluppare recidive o peggioramenti della malattia. È in questo scenario che si inserisce RUTI, un vaccino di nuova generazione, progettato inizialmente per prevenire la tubercolosi, ma che ora mostra potenzialità cliniche notevoli nell’ambito oncologico. Nei pazienti trattati con BCG e RUTI combinati, è emersa una risposta immunitaria potenziata, con benefici chiari nella sopravvivenza libera da progressione. Tutti i pazienti del gruppo sperimentale sono rimasti senza recidive per almeno cinque anni dalla conclusione del trattamento.
Una scoperta inattesa che apre nuove strade
“Ci aspettavamo un rafforzamento del sistema immunitario, ma non una così marcata riduzione della progressione tumorale”, ha spiegato Cecilia Cabrera, coordinatrice del progetto, evidenziando la portata sorprendente dei risultati, ottenuti con un gruppo di pazienti relativamente ridotto. Anche il professor Joost Boormans, membro del comitato scientifico dell’EAU, ha sottolineato come l’approccio, minimamente invasivo e con basso impatto per il paziente, potrebbe rivoluzionare la gestione del tumore vescicale se confermato da studi più ampi.
Un possibile punto di svolta nella gestione oncologica
Secondo l’European Medical Journal, il vaccino RUTI rappresenta una potenziale svolta terapeutica. La sua facile somministrazione, combinata alla buona tollerabilità e ai risultati clinici positivi, apre nuove prospettive non solo per il trattamento del cancro alla vescica, ma anche per l’eventuale sviluppo di vaccini antitumorali in altri contesti oncologici. Le ricerche future dovranno concentrarsi sull’ottimizzazione dei protocolli, sulla selezione dei candidati ideali al trattamento e sull’esplorazione di possibili sinergie con altre immunoterapie.
L’uso del vaccino contro la tubercolosi RUTI, dunque, potrebbe rappresentare una nuova arma nella battaglia contro i tumori, ridisegnando le strategie terapeutiche attuali e portando benefici tangibili a migliaia di pazienti in tutto il mondo.